Lecco: Trenta testamenti biologici depositati in Comune

Stefano Cassinelli

La fascia del sindaco(Scopri come depositarlo nel tuo comune )

UNA TRENTINA di testamenti biologici sono stati depositati ieri presso il Comune di Lecco. Questa volta i documenti sono stati accettati. «Lo scorso anno – afferma Luca Perego segretario dei Radicali – il sindaco aveva accettato la lettera di accompagnamento che era stata protocollata ma aveva rifiutato il testamento biologico.

Ora invece, stampati sul medesimo foglio, entrambi i documenti sono stati accettati e protocollati. Evidentemente qualcosa sta cambiando anche nell’unico Comune in Italia che si era rifiutato di protocollare la richiesta».

NELLA DICHIARAZIONE anticipata di trattamento sanitario e nomina del rappresentante promossa dalla «Cellula Coscioni Lecco» si legge: «Con la presente affido alla sua autorità l’allegata dichiarazione anticipata di trattamento sanitario e di nomina del fiduciario della funzione di cura della mia persona, nel caso non sia più capace di esprimere consenso o dissenso alle cure, accettando ora per allora il rischio della sua eventuale cattiva interpretazione delle mie direttive anticipate». Tutto parte naturalmente dal caso di Eluana Englaro e il segretario dei Radicali spiega: «Quanto accaduto ha fatto capire a molti la situazione e per questo abbiamo portato avanti il progetto dei testamenti biologici e il sindaco, come prevede la legge, è la massima autorità in campo sanitario locale e per questo i testamenti sono indirizzati al primo cittadino. Tutto parte dall’articolo 32 della Costituzione che prevede la libertà del trattamento sanitario». Nel testamento depositato in Comune, in cui si delega un rappresentante per la gestione del trattamento sanitario, si legge:
 
«Al mio fiduciario affido, in caso di mia incapacità, il compito di accettare o rifiutare cure mediche per la mia persona e, in particolare, di rendere edotti i medici curanti dell’esistenza di questo mio testamento biologico, con il quale in caso di malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante o malattia che mi costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione chiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico né a idratazione e alimentazione forzate e artificiali in caso di impossibilità ad alimentarmi autonomamente».
 

di Stefano Cassinelli dal quotidiano Il Giorno