Le ricerche di Garaci e di Ensoli? Sono l’esatto contrario dell’etica

di Gilberto Corbellini

Controreplica del Prof. Gilberto Corbellini alla lettera del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Enrico Garaci, che lo accusa di polemiche sterili nei confronti della ricerca biomedica in Italia.

Caro direttore,

premesso che non mi pare d’aver offeso nessuno, ma solo esercitato un normale diritto/dovere di critica ai sensi della Costituzione ancora vigente, voglio rassicurare il professor Garaci che sono ben informato anche in quest’occasione. E preferirei quasi non esserlo, perché ciò mi induce al pessimismo nero circa il futuro della ricerca biomedica italiana. Sono talmente informato che non so da dove cominciare a elencare gli atti da lui compiuti che sono incompatibili con i principi dell’etica pubblica e delle regole di governo della ricerca scientifica in una democrazia. Tralascerò quanto siano davvero solo merito dei finanziamenti Iss e quanto valgono in termini di efficienza (cioè in rapporto all’entità degli investimenti) i duemila punti dí impact factor dichiarati nel campo della ricerca sulle staminali. Perché ritengo più importante denunciare il fatto che i finanziamenti alla ricerca sulle staminali sono stati distribuiti senza un effettivo e valido sistema di peer review: basti dire che ben 7 progetti finanziati erano firmati da 7 componenti della commissione di valutazione! Di fatto chi doveva erogare soldi pubblici se li è dati a sé stesso. Tra gli altri, a far man bassa di finanziamenti Iss alla ricerca sulle staminali è stato per esempio Angelo Vescovi, insieme al quale nel 2006 il professor Garaci ha dato vita, a Terni, a una Fondazione per la promozione della ricerca [etica!] sulle cellule staminali. Nella miglior tradizione dei luoghi comuni che circolano all’estero su noi italiani, Garaci si pone solo i problemi etici che gli fanno comodo. Nella fattispecie quelli di fedele adepto del comitato Scienza e Vita, a cui dobbiamo la peggiore legge al mondo sulla fecondazione assistita. Mentre fa finta che non sussista alcun problema etico nell’essere allo stesso tempo direttore di un istituto pubblico di ricerca che elargisce finanziamenti e presidente di una fondazione privata che può accedere a questi stessi finanziamenti. Che le sconcezze nei finanziamenti sulle staminali fossero arrivate a livelli non più tollerabili lo dice persino la ministra Turco, che confermando Garaci alla direzione dell’Iss ha comunque imposto dei criteri più trasparenti. Riconoscendo, implicitamente, la fondatezza della denuncia fatta da alcuni scienziati circa l`ennesima operazione di spartizione tra i soliti amici di tre milioni di euro che l`Iss aveva in gestione. Il professar Garaci ha il coraggio di citare il vaccino contro hiv di Barbara Ensoli come fiore all`occhiello dell`Iss. Fortunatamente per lui molti dei politici italiani o non leggono l’inglese o non sanno nulla di scienza o sono amici suoi. Altrimenti sul vaccino della Ensoli sarebbe scoppiato una scandalo delle dimensioni di quelli che nel lontano passato facevano saltare persino i presidenti della Repubblica. A tenere tutto sotto silenzio contribuisce il fatto che la Ensoli è vicepresidente della Commissione nazionale per la lotta contro 1`Aids, che distribuisce i finanziamenti per la ricerca sull’Aids. Chi mai oserebbe criticarla, tra i ricercatori italiani del settore, correndo il rischio di non ricevere più soldi? Altra vicenda, tipicamente italiana, dove controllori e controllati sono sempre gli stessi! Diciamolo una volta per tutte: il vaccino della Ensoli è oggetto di ironie da parte degli esperti di hiv in tutto il mondo, e non viene neppure citato nei siti dei principali network internazionali che coordinano le sperimentazioni dei vaccini anti-hiv. Del resto non mi risulta che il professor Garaci abbia confutato quello che di devastante per la credibilità della scienza biomedica italiana ha scritto qualche settimana fa la rivista Science sulla grottesca vicenda del vaccino Ensoli. Dopodiché lo stesso Garaci ha riconosciuto che una parte dei 50 milioni di euro, anche questi stanziati senza alcun tipo di valutazione sulla effettiva validità delle ricerche della Ensoli, saranno destinati alla costruzione di stabilimenti per produrre il vaccino in Sudafrica. È incredibile. Sarebbero già stati stanziati i soldi per fabbricare un vaccino di cui mancano le prove di efficacia? E chi li costruirà? In mano di chi andranno questi soldi pubblici. Per dirla m modo chiaro, chi controllerà le fatture? C’è già un business plan? In genere, appena un vaccino o farmaco si dimostrano potenzialmente efficaci le vituperate industrie farmaceutiche private ti saltano addosso per entrare nell’affare. Come mai in questo caso nessuno si fa vivo e i costi sono tutti a carico del governo italiano? O Garaci e la Ensoli dimostrano che i risultati sono talmente strepitosi da giustificare una tale spesa, o si stanno assumendo rischi altissimi, alla cieca, e con i nostri soldi. E evidente che i sudafricani sono interessati a ricevere quel denaro in qualche forma, anche se dal vaccino della Ensoli non ne uscisse niente. Ormai, però, la macchina che è stata messa in moto e l’entità dei soldi investiti potrebbero trascinare tutta l`impresa verso il baratro. E forse verso l`indecenza. Sarebbe anche interessante capire come mai il Comitato etico dell`Irccs Spallanzani di Roma ha approvato la sperimentazione in Fase Il del vaccino della Ensoli, a fronte dell`indifferenza generale della comunità internazionale degli esperti dì Aids e dì una documentazione scientifica riguardante la fase pre-clinica che, a livello di pubblicazioni apparse su riviste peer-review, è del tutto inconsistente. E veniamo al succo della replica di Garaci, quando dice che io offenderei i ricercatori che l’hanno appoggiato, accusandoli di non volere più efficienza nella ricerca dell`Iss. Anche in questo caso trovo incredibile che dei ricercatori, che si considerano di livello internazionale, non sappiano che in nessun altro paese sarebbe stato loro concesso di metter becco, con le strane modalità che la ministra Turco ha citato, nella nomina del direttore di un ente con le caratteristiche dell`Iss. In un paese davvero democratico una nomina così importante deve dare garanzie di eccellenza e allo stesso tempo di condivisione di una visione politica, ma soprattutto deve basarsi su procedure di controllo serie e formalizzate. Esemplare, in questo senso, è la nomina del direttore dei Nih negli Stati Uniti. Nel caso di Garaci, la Turco ha avuto il coraggio di dire di aver ascoltato, prima di decidere, i capi dipartimento dell’Iss, che sarebbero gli ultimi titolati a dare un giudizio, in quanto direttamente parte in causa. E poi ha confermato Garaci nonostante il parere contrario della Commissione Sanità del Senato. Neppure il presidente degli Stati Uniti oserebbe altrettanto, se il Senato non approvasse la sua decisione in merito alla direzione dei Nih. Insomma a essere davvero offesi in questo paese sono il senso dello Stato e il bene pubblico, da parte di esponenti politici e istituzionali che si comportano da despoti arroganti, e trattano noi cittadini alla stregua di sudditi.