Le prospettive di una nuova tecnica

Corriere della Sera
Edoardo Boncinelli

Sulla rivista Cell hanno pubblicato un lavoro che sembra resuscitare la vecchia metodologia, diciamo così, «alla Dolly» per produrre cellule staminali di un preciso corredo genetico. Lo scopo è chiaro: produrre tessuti, parti di organo o organi interi da usare nei trapianti. Sapendo da chi è stato preso il patrimonio genetico, si può stare sicuri che questi trapianti non saranno rigettati. In fondo, è la vecchia idea di 15 anni fa tornata alla luce per un nuovo avanzamento tecnico, diciamo francamente imprevisto. Il problema in realtà, oggi come oggi, potrebbe essere risolto con il cosiddetto metodo Yamanaka: si prende una cellula adulta, ci si mettono dentro quattro geni particolari e questa diventa staminale a tutti gli effetti. Quindi ci sono buone prospettive di poter raggiungere in breve tempo la cosiddetta «donazione terapeutica». A questo punto le scelte diventano due: accanto al metodo Yamanaka, che sicuramente funziona, possiamo mettere il nuovo metodo che storicamente è il più antico, cioè quello del trasferimento del nucleo. E’ difficile dire quale dei due metodi funzionerà meglio e magari ci saranno un terzo e un quarto metodo ancora. Però e fondamentale il fatto che il campo si sia mosso e si possa cominciare a ripariate di tutto questo con una base concreta. Il progresso della scienza è tale che è difficile immaginare dove arriveremo, ma ci sono tutti i motivi per essere ottimisti: adesso possiamo contare su più di una metodologia.