L’aborto con la Ru486 anche in day hospital: “E rilanciamo i consultori”

Corriere della Sera
Francesco Di Frischia

L’interruzione volontaria di gravidanza attraverso la pillola Ru486 può avvenire anche in day hospital. Lo ha deciso il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, che ha firmato ieri una delibera per ampliare le modalità per questo trattamento farmacologico negli ospedali del Lazio.

«Questo è un atto di profondo rispetto per le donne – spiega il governatore -. La pillola Ru486 rappresenta una soluzione meno invasiva rispetto all’intervento chirurgico: per questo abbiamo deciso di eliminare questi ostacoli. Nel Lazio era attesa da molto tempo ed era gia’ stata adottata in altre regioni e Paesi. Ora rilanciamo i consultori». Fino ad oggi, infatti, era previsto che l’aborto medico con la Ru486 si potesse effettuare solo in regime di ricovero Ricovero Rinunda Fino a II 76% delle oggi erano donne che previsti 3 ha abortito giorni di con la ricovero Ru486 ha per usare rifiutato il il farmaco ricovero della durata di 3 giorni. Con il provvedimento adottato dalla Giunta Zingaretti, invece, si stabilisce che il trattamento potrà avvenire anche in day hospital. Spetterà comunque al medico, che prende in carico la paziente, la decisione di estendere o meno la durata del ricovero, ovviamente sulla base del quadro clinico della donna. Critiche dal centrodestra: per Olimpia Tarzia (Lista Storace) la decisione di Zingaretti «rappresenta a tutti gli effetti una grave forzatura ideologica in un panorama già di per sé preoccupante come quello della Regione, dove nel solo 2012 si sono registrati 12.000 aborti, oltre a quelli clandestini». Rincara la dose la deputata Eugenia Roccella (Ncd): «Il Consiglio superiore di sanità ha ribadito e volte che, a tutela della salute della donna, è necessario per chi assume la pillola abortiva Ru486 un ricovero di 3 giorni: Zingaretti vuole l’aborto a domicilio?».

Di parere opposto Marco Vincenzi (Pd): «Il Lazio compie un passo importante verso il pieno riconoscimento della possibilità di scelta delle donne e di efficace contrasto all’aborto clandestino». La scelta si basa, dicono in Regione, su evidenze scientifiche internazionali ricerche, tra cui quella del Collegio inglese di ostetricia, pareri dell’Oms e sui dati dell’ultima relazione annuale (28 febbraio 2013) del ministero della Salute che sottolinea come il 76% della donne che accedono in ospedale per l’interruzione di gravidanza mediante Ru486 rifiutavano il ricovero obbligatorio di 3 giorni.