La Turco: “Siete bande in guerra”

di Paolo Baroni

Il ministro striglia i ricercatori: commissione indipendente per i fondi delle staminali

Livia Turco questa volta non la manda a dire. Sul caso Garaci alza i toni il responsabile della Salute, che risponde per le rime ai tre ricercatori che hanno lamentato la gestione clientelare dei fondi per la ricerca sulle staminali. «Portatemi fatti concreti – è la replica seccata del ministro -. La verità è che siamo di fronte a una vergognosa guerra per bande». Per l’assegnazione dei finanziamenti, puntualizza l’esponente democratico, «ho sempre seguito la linea del bando pubblico, in discontinuità con i criteri adottati dal mio predecessore». «Vogliamo dircela tutta: questa è una vergognosa guerra per bande». Alza il tono della voce il ministro della Sanità Livia Turco, difende la riconferma di Enrico Garaci alla presidenza dell’Iss («ho valutato il curriculum, senza dare ascolto alle richieste dei politici») e di fronte alla lettera dei tre ricercatori che lamentano una gestione clientelare dei fondi per la ricerca mette subito in chiaro che «un conto è chiedere dei chiarimenti ed un conto è fare delle denunce, in quest’ultimo caso bisognerebbe fondarle su dei fatti».

E non è così?
«Assolutamente no, perchè i fondi in questione non sono stati assegnati ad alcuno, perchè la somma complessiva ammonta a 8 milioni di euro e non a 3, perchè nelle more dell’assegnazione abbiamo acquisito altri 5 milioni, e questo fatto da solo meriterebbe un plauso. E perchè ho dato disposizione affinchè l’assegnazione di questi finanziamenti avvenga attraverso un bando pubblico e che la valutazione dei progetti sia fatta da figure esterne. Questi per me sono i fatti».

Allora quando deciderete?
«La riunione della Commissione ricerca è prevista per il prossimo 5 dicembre. E si tratta di una commissione completamente rinnovata, che ha come vicepresidente una persona di indiscussa indipendenza come il professor Alessandro Liberati, che da anni è alla guida dell’ente di valutazione delle ricerche cliniche e della medicina basata sull’evidenza, uno tra gli esperti più quotati nel mondo».

Come spiega la protesta di tre dei maggiori ricercatori italiani sulle staminali, Paolo Bianco, Elena Cattaneo e Ranieri Cancedda, oltre alle accuse della rivista «Nature»?
«Non lo so, bisognerebbe chiederlo a loro. Forse il mondo della ricerca non è così santo, non è esente da contrapposizioni». Per l’Istituto superiore di sanità, però, non è la prima volta che si parla di poca trasparenza nella gestione dei fondi.

La radicale Poretti ha segnalato tempo fa la vicenda davvero poco chiara dei bandi del 2001. Che cosa risponde?
«Rispondo per la mia gestione: sono ministro dal maggio 2006 e il mio primo atto è stato l’annullamento del decreto con cui Storace aveva stabilito di erogare i finanziamenti per la ricerca senza alcuna procedura di avviso pubblico, ma con l’assegnazione diretta ai centri di ricerca: quel decreto l’ho stracciato e dal luglio 2006 l’unico criterio che vale è il bando pubblico».

Ma nella lettera che le hanno inviato si parla di persone che già si vantano di avere ottenuto i fondi della Finanziaria 2007.
«Quando si solleva una questione del genere, soprattutto se si è dei ricercatori, non si può usare il sentito dire, non ci si può rifare a delle supposizioni, ma agli atti, ai decreti. Io parlo con dei decreti e coi bandi pubblici. Quest’anno ho trovato 8 milioni per la ricerca sulle staminali e almeno mi sarei aspettata un riconoscimento: se questi soldi li avessero ricevuti da Garaci, gli avrebbero fatto un plauso, no? Perchè funziona così questo "mitico" mondo della ricerca. È una guerra per bande, altro che competenza e trasparenza! Competenza e trasparenza li ho introdotti io: saranno tutti valutati seriamente».

In questi giorni, anche alla luce di queste polemiche, si sono sollevate molte critiche a proposito della riconferma di Enrico Garaci alla guida dell’Iss. Perchè questa scelta?
«Ho semplicemente valutato il merito e la competenza della persona. Ed ho seguito la procedura che prevede che la nomina sia fatta dal Consiglio dei ministri previa segnalazione del ministro della Salute e parere del Parlamento». Però le Commissioni di Camera e Senato hanno dato pareri discordi. «La Camera ha dato parere favorevole ed il Senato no, ma solo nel voto. Perchè nelle dichiarazioni di voto una larga maggioranza di senatori era d’accordo. Anche qui si apre un interrogativo: come mai i pareri erano quasi tutti in una direzione è poi l’esito della votazione è stata un’altra? Rispetto il Parlamento, ma in questo caso non mi si venga a parlare di trasparenza».

Insomma, lei della conferma di Garaci è convinta?
«Molto».

Per quali ragioni?
«Perchè conosco l’Istituto e so di cosa parlo: ho seguito molto l’Iss, mi ci sono dedicata tanto a partire dalla norma che l’anno scorso ha consentito di assorbire i ricercatori precari. Ho incontrato i capi dipartimento, ho costruito con loro e col presidente un rapporto di confronto e collaborazione. Ed ho potuto sentire da parte di tutti i ricercatori una richiesta di continuità nella gestione dell’ente. C’è stato pieno consenso sulla scelta di riconfermare Garaci e la cosa è stata formalizzata in una lettera dei capi dipartimento, le persone più autorevoli dell’Iss, fior di ricercatori, che conservo come preziosa. Infine ho rilevato un gradimento generalizzato da parte della comunità scientifica nazionale ed internazionale, da cui sto ricevendo tante lettere di consenso».

Tutto ciò, però, non le ha risparmiato critiche…
«Ho valutato il curriculum e l’attività dell’Iss, fatti concreti, tutte cose pubbliche, che si possono trovare su Internet. Ed ho valutato il giudizio interno, che in questi casi è importante. Che cosa dovevo fare d’altro? Ascoltare il politico di turno? Crede che nessuno mi abbia telefonato per darmi dei suggerimenti su chi fare presidente? Dovevo dare retta a queste richieste o valutare curriculum e risultati? Ci si metta d’accordo, perchè le segnalazioni politiche non vanno bene nè quando arrivano da destra nè quando arrivano di sinistra».