ROMA. Più facile accedere ai farmaci contro il dolore severo, grazie al legge che il Senato ha approvato ieri all’unanimità e che ora va alla Camera per il sì definitivo. Durante l’esame in aula sono state però introdotte alcune modifiche che renderanno necessario un nuovo passaggio a Montecitorio : tra queste l’obbligo per i medici di monitorare il dolore di ogni paziente ricoverato e di annotare i risultati nella cartella clinica. Accolto anche un ordine del giorno che apre alla possibilità di produrre in Italia farmaci a base di cannabis (marijuana).
Con le nuove regole, le cure palliative, quelle destinate ai malati terminali per alleviare il dolore, diventano un diritto per tutti e la prescrizione di farmaci antidolore (a base di oppiacei e cannabinoidi) diventa meno macchinosa: il medico non avrà più bisogno, come oggi, di un ricettario speciale; l’unico vincolo è che il farmacista dovrà conservare l’originale o una fotocopia della ricetta.
Sulle modalità di prescrizione, però, si sono sollevate le critiche dell’opposizione, a partire da quelle mosse dal presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino, del Pd. Il testo licenziato da PaIazzo Madama, infatti, è più restrittivo rispetto a quello che ha ottenuto il via libera della Camera, che prevedeva per questi farmaci la possibilità di prescrizione anche attraverso la sola ricetta bianca. Il provvedimento approvato dal Senato prevede invece che i farmaci antidolore vengano prescritti anche mediante ricettario rosso quello, per intenderci in uso anche presso i medici di famiglia. Ma riconosce questa possibilità ai soli medici dipendenti del Ssn. «Un oncologo di fama internazionale come Umberto Veronesi, per esempio – sintetizza Marino – non potrà prescrivere sul suo ricettario 10 milligrammi di morfina per il suo paziente perché non possiede il ricettario del Servizio sanitario nazionale».
Per quanto riguarda le strutture operative, è prevista una rete territoriale di strutture sanitarie specializzate nelle cure palliative e una rete analoga per la terapia del dolore. Sono «cure palliative» l’insieme degli interventi finalizzati al benessere dei malati terminali, per i quali le cure non servono più ai fini della guarigione. Le «terapie del dolore» sono invece quelle applicate alle «forme morbose croniche» e servono al controllo del dolore.
Con la modifica introdotta in Senato, ogni ricoverato dovrà essere monitorato dai medici che lo hanno in cura anche sotto l’aspetto del dolore. Un obbligo che oggi esiste solo per i malati terminali e che ora si estende a tutti i pazienti, indipendentemente dalla patologia per la quale vengono ricoverati. Le osservazioni dovranno essere annotate sulla cartella clinica.
Le tariffe delle cure palliative nelle strutture pubbliche e convenzionate, che oggi variano molto da regione a regione, dovranno essere omogenee su tutto il territorio nazionale.
Non è entrato nel disegno di legge, ma il governo ha accolto un ordine del giorno della radicale Donatella Poretti che chiedeva di sbloccare la produzione in Italia di cannabis per uso farmacologico. Nel nostro paese e infatti possibile prescrivere e vendere antidolorifici contenenti derivati del la cannabis, ma non produrli direttamente.
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