La rivolta della scienza – Raffica di dimissioni

la Repubblica
Giuseppe Caporale, Corrado Zunino

ROMA—La comunità scientifica è in rivolta: il giorno dopo la condanna a sei anni per omicidio colposo dei sette esperti della commissione Grandi Rischi per il terremoto a L’Aquila si è dimesso l’intero ufficio di presidenza. «Non c’è più la serenità per lavorare», dice il fisico Luciano Maiani. Lascia anche il direttore del servizio sismico della Protezione civile. «Sembra una caccia all’untore». Ed è allarme: «Rischiamo la paralisi, si tornerà indietro di vent’anni». Anche gli scienziati americani si scagliano contro la sentenza: «Assurda e pericolosa», dicono.

La Protezione civile italiana si sgretola, una dimissione dopo l’altra. È l’effetto della sentenza dell’Aquila, che ha condannato (a sei anni per omicidio colposo plurimo) cinque scienziati e due funzionari della Protezione civile, rei di aver offerto informazioni falsamente tranquillizzanti alla popolazione aquilana prima del terremoto. Il mondo scientifico italiano teme che non si possapiù lavoraresenzarischiareconlamagistratura e ieri, all’ora di pranzo, l’Ufficio di presidenza della commissione Grandi rischi ha rassegnato le dimissioni nelle mani del premier Mario Monti. Sono il fisico Luciano Maiani, già presidente del Cnr, il presidente emerito Giuseppe Zamberletti, fondatoree della Protezione civile italiana, e il vicepresidente Mauro Rosi, direttore di Scienze della terra all’Università di Pisa. Il professor Majani, duro subito dopo la sentenza, ribadisce: «La situazione creata è incompatibile con un sereno ed efficace svolgimento dei compiti della commissione». E ha ricordato tutte le difficoltà riscontrate dalla sua commissione — con il governo, con i sindaci dell’Emilia — nei dieci mesi di attività: «Non siamo tutelati, i grandi rischi li corriamo noi». Dopo l’addio all’Ispradi Bernardo De Bemardinis, braccio destro di Guido Bertolaso condannato a sei anni, anche il professor Mauro Dolce ha presentato le dimissioni da direttore dell’Ufficio rischio sismico. Dovranno farlo anche gli altri cinque condannati (fra loro Franco Barberi ed Enzo Boschi), tutti interdetti dai pubblici uffici. È pronto a fermarsi Nicola Casagli, dell’Università di Firenze (sta lavorando alla rimozione della Costa Concordia). In tutto, sono 58 i membri della Commissione. La Protezione civile sta precipitando nel caos. Il prefetto Franco Gabrielli ha scritto: «Rischiamo la paralisi delle attività di previsione e prevenzione e di regredire a oltre vent’anni fa, quando la Protezione civile era solo soccorso e assistenza». I meteorologi che lavorano in via Vitorchiano hanno già detto che indicheranno sempre la portata massima di pioggia prevista, trasferendo responsabilità e costi sui sindaci. Gabrielli chiede «alle istituzioni del paese» di «restituire serenità ed efficienza all’intero sistema nello svolgimento delle proprie attività». La Procura dell’Aquila esprime sconcerto e rammarico. «Non abbiamo processato la scienza italiana e i suoi luminari, ma pubblici funzionari che non hanno fatto il loro dovere».