La priorità? Una rivoluzione copernicana che rimetta al centro la salute

Oltre a lutti e drammi economici e sociali, l’emergenza Covid-19 offre l’opportunità per ripensare ruolo e organizzazione della sanità italiana e il suo rapporto con la salute e i cittadini. Sinora, nei fatti, si è ritenuto che al centro del “sistema salute” dovesse essere la sanità e che tutto dovesse ruotare attorno ad essa.

In questo sistema tolemaico-sanitario la sanità è ferma e tutto orbita attorno, uniformandosi alle sue esigenze e al suo potere di attrazione. Sanità ferma, a partire dagli ospedali, con pazienti cronici, acuti e disabili, pazienti bisognosi di diagnostica, cittadini sani con esigenze di prevenzione e mantenimento di salute che si muovono intorno a velocità diverse fissate dalla distanza che la sanità ha loro assegnato e che si uniformano all’organizzazione della sanità in termini di orari, spostamenti, attese, informazione e costi.

Sanità concepita a immagine e somiglianza di interessi superiori (interni) cui pazienti e cittadini devono uniformarsi, possibilmente senza discussioni. Questo sistema è apparso solido e vincente sino a quando un elemento microscopico in pochi mesi e all’improvviso ne ha messo a nudo i tanti aspetti artificiali e innaturali.

Appare necessaria una rivoluzione copernicana in cui al centro del sistema sia posta la salute attorno alla quale far orbitare i pianeti sanità, stile di vita e condizioni socio-economiche (cioè i classici determinanti della salute). Come, infatti, vediamo in questo periodo lo stile di vita e i comportamenti valgono quanto gli strumenti strettamente sanitari (pur importantissimi).

Nel nuovo sistema sono questi nuovi pianeti a doversi uniformare alle esigenze e alla energia del sole-salute.

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