Potrebbero (e vorrebbero) fare da soli. Ma in Italia no: sono costretti a dipendere dal buon cuore degli altri
Vai al bar, in quelli nuovi, grandi, appena ristrutturati. Il gradino è alto, troppo. Chiedi: scusi, ma visto che avete rinnovato, dov’è la pedana? Risposta: l’architetto ha detto che rovinava l’estetica. Un altro: la faremo. Quando? Tra un po’. Ripassi l’anno dopo: la pedana? La stiamo studiando. Non è mica la teoria della relatività. Silenzio.
Devi andare all’aeroporto a Fiumicino. Chiami la compagnia dei taxi la sera prima: vorrei prenotare una macchina con pedana automatica. Ti dicono no: “Abbiamo pochissime auto attrezzate, non possiamo tenerne impegnata una”. Rispondi: accompagno una disabile, ho l’aereo che parte, voglio essere sicura di poter raggiungere l’aeroporto. Niente da fare: “Richiami domattina, magari ha fortuna e trova la macchina giusta”. Già, un disabile ha bisogno di fortuna. A Londra c’è il Metrocab: taxi tradizionale, ma con il tettino più alto e con due piccole guide pieghevoli su cui puoi far scorrere le ruote e spingere la carrozzella con la persona dentro la macchina.
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L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.