La macchina che aiuta a “leggere” il cervello

La Stampa
M. Acc.

Il coma vegetativo è una «scatola nera» nella quale non si riesce a leggere nulla, senza un’attrezzatura dedicata. Per vedere oltre l’incomunicabilità dei malati, la Città della Salute e della Scienza di Torino avrà presto a disposizione un’apparecchiatura per il monitoraggio neurofisiologico del coma e dei disturbi della coscienza. Uno strumento d’avanguardia che – a un anno di distanza dalla tragedia di Alberto Musy – la Fondazione «Specchio dei tempi» contribuirà ad acquistare e consegnerà nelle prossime settimane all’ospedale di corso Bramante. «Uno strumento fondamentale non solo per poter valutare le possibilità di recupero da segnali normalmente impercettibili, ma anche per orientare le terapie», spiegano il professor Leonardo Lopiano, primario neurologo alle Molinette di Torino, e il professor Mario Illengo, responsabile della Neurorianimazione dove Musy è stato a lungo ricoverato. Insieme all’apparecchio, la generosità dei lettori di «La Stampa» e di «Specchio dei tempi» sosterrà anche una borsa di studio triennale per un tecnico in neurofisiopatologia. E grazie a questa importante donazione sarà possibile avviare uno studio mirato che verrà coordinato dalla dottoressa Elisa Montalenti, neurologa. Il macchinario per il monitoraggio del coma, facilmente trasportabile, sarà utilizzato in tutti gli ospedali che fanno parte della Città della Salute. E stata la stessa moglie di Alberto Musy a chiedere a «Specchio dei tempi» – alla luce della propria esperienza – di contribuire a dare una speranza a migliaia di persone sospese in un sonno profondo. E per questo Angelica D’Auvare ha creato con i medici della Città della Salute che saranno parte attiva del progetto un comitato medico-scientifico. Si può ancora contribuire all’acquisto dell’apparecchiatura con donazioni a «Specchio dei tempi» (www.specchiodeitempi.org), indicando nella causale «Fondo 500, per aiutare chi è in coma».