La via italiana alle staminali

di Sylvie Coyaud
Il 4 giugno 2006, su questa pagina Armando Massarenti chiedeva con il solito candore: «È lecito a una commissione, nominata per selezionare ricerche cui distribuire finanziamenti, assegnarne una buona parte a progetti dei propri membri? ».

Nell’articolo, spiegava, una Commissione presieduta da Enrico Garaci era stata istituita nel 2001 dal ministro della Salute Girolamo Sirchia per vagliare proposte di studi sulle cellule staminali. Nell’ottobre 2003, con il primo di tre bandi di concorso, ne aveva scelte alcune. Coperte dal massimo riserbo. Ci vollero parecchie proteste perché nell’aprile 2004 venissero elencate sul web dell’ Istituto superiore di sanità (Iss). Dal quale un mese dopo scomparivano i nomi dei commissari. Nel frattempo alcuni ricercatori erano rimasti sorpresi nel vedere fra i prescelti molti progetti che proprio certi commissari avevano presentato, e quindi avevano chiesto chiarimenti sulle procedure usate.

In assenza di risposta, chiesero che il primo bando venisse annullato e rifatto evitando i conflitti d’interesse. Non per ripicca dopo essere rimasti esclusi: anche loro avevano avuto progetti approvati. Non hanno ottenuto risposta, o soltanto quella implicita di farsi i fatti propri. La si deduce dalla scelta della commissione per il secondo e il terzo bando: ne tenne segrete tutte le informazioni. Il professor Demetrio Neri dell’università di Messina che si azzardò a chiederne nel maggio2005 ricevette un mail firmato «Commissione cellule staminali»: essendo quei bandi chiusi e le assegnazioni espletate, non c’era nulla di cui informarlo. 116 giugno 2006, ispirata forse dalla denuncia del nostro collega e di sicuro dall’associazione Luca Coscioni, la deputata Donatella Poretti della «Rosa nel pugno» ha presentato un’interrogazione parlamentare e una risposta, lei ha finalmente l’ha ottenuta.

Il 19 ottobre, alla Commissione XII per gli affari sociali è venuto il sottosegretario Serafino Zucchelli a riferirle le precisazioni dell’lss: la commissione è decaduta dal 2004, per cui il web è inattivo dal 2005; risultati dei progetti approvati saranno pubblicati negli atti di un apposito congresso scientifico; il terzo bando non è mai stato emanato in quanto i primi due ne avevano esaurito i fondi. A giudizio del sottosegretario, «la disciplina della procedura seguita [allora, ndr] non garantisce adeguatamente la trasparenza» ma sono cambiati il ministro e la musica e da ora tutto sarà cristallino. La deputata «si è dichiarata soddisfatta», si legge negli atti della Camera. Noi meno.

Vorremmo ritrovare sul web la composizione della commissione, i progetti selezionati, le somme percepite, le pubblicazioni già avvenute secondo l’Iss — sulle riviste internazionali. Presto, per diradare i sospetti e soddisfare la curiosità dei giornalisti prima che chiedano la testa di qualche responsabile su un vassoio. Ne conosciamo alcuni che nell’attesa, con la Salomè Strauss in sottofondo, si allenano a togliersi la sciarpa d’un sol gesto e a lanciarla sull’attaccapanni.