L’Uruguay legalizza l’aborto È il primo Paese in America del Sud

La Stampa

L’Uruguay diventa il primo paese del Sudamerica a legalizzare l’aborto e ora ci si aspetta una migrazione di giovani donne incinta verso Montevideo, visto che nei paesi vicini, Argentina e Brasile, l’interruzione della gravidanza non è permessa. Il senato uruguaiano ha approvato la legge al termine di un lungo dibattito. Manca solo la firma finale del presidente Jose Mujica, che ha già dato il suo appoggio all’iniziativa. La nuova normativa legalizza l’aborto fino al dodicesimo mese di gestazione e dopo il parere favorevole di una commissione mista di medici e psicologi. In Uruguay si calcola che ci siano almeno cinquantamila aborti clandestini all’anno, in tutto il Sudamerica sono più di due milioni. Una realtà diffusa e dai connotati a volte tragici, quando la paziente non può permettersi cliniche specializzate dove si paga fino a 3.000 euro ogni intervento. Sono numerosi i casi di decessi o complicazioni per operazioni realizzate in strutture assolutamente precarie o con metodi medioevali e in molti casi si tratta di ragazze minorenni. Data la vicinanza con Buenos Aires gli esperti pensano che ci potrà essere un esodo di donne argentine desiderose di abortire verso la capitale uruguaiana. Un fenomeno già visto in Europa con le migrazioni ad hoc dal Portogallo alla vicina Spagna o dall’Irlanda al Regno Unito.