Italia: i diritti civili divenuti un miraggio

Di seguito un bellissimo articolo di Simona Maggiorelli online su Left online, con il titolo “L’Italia lontana dall’Europa su aborto e fine vita”.

Rimandato a dopo Pasqua il nuovo step della ddl sul testamento biologico. Prima la resurrezione divina, poi, forse,  il 19 o il 20 aprile, faremo passi avanti nell’affermazione del diritto dei cittadini italiani ad una “morte opportuna” (l’espressione è di Welby), quando la malattia è ormai terminale. Così ha deciso l’Aula della Camera dove ieri è avvenuta una surreale discussione su una ridda di emendamenti al disegno di legge. Con interventi di crociati alla Buttiglione che confondono intenzionalmente i termini paventando che il biotestamento apra la strada al suicidio assistito e all’eutanasia. ( leggi Eutanasia, suicidio assistito, testamento biologico le differenze).

Quando non ve n’è traccia in questa norma in discussione alla Camera che è quanto mai moderata, come abbiamo scritto e argomentato molte volte.

La maggioranza Pd.M5s vuole introdurre l’eutanasia nel nostro ordinemento. Con questa legge  si riconosce il diritto  a poter morire per fame e di sete nella totale impotenza del medici, il quale diventerà un semplice necroforo. Stiamo denunciando in tutti i modi questa cultura della morte”. Così Alessandro Pagano della Lega Noi con Salvini. Lo citiamo per mostrare quanto siano prive di fondamento scientifico le argomentazioni dei conservatori cattolici che sietono nel Parlamento italiano.  Pagano sostiene che idratazione e alimentazione artificiale non siano trattamenti medici. Sembra di risentire gli anatemi dell’onorevole Quagliariello che urlava “assassini, assassini!”, sostenendo che si volesse far morire di fame e sete Eluana Englaro, in stato vegetattivo permanente da oltre quindici anni dopo un grave incidente. Inascoltati dall’Aula furono allora gli interventi di medici e specialisti che ripetevano che per apportare idratazione e alimentazione artificiale occorre fare un intervento medico, fare un buco e inserire un tubicino. Cosa ben diversa da portare pane e acqua.

Ma i cattolici oltranzisti in Aula non intendono riconoscere questa banale evidenza, che li costringerebbe a rispettare la Costituzione: l‘articolo 32, infatti, prevede il diritto di rifiutare le terapie da parte del cittadino.

Visto l’ostruzionismo ingiustificato in Aula, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica organizza una mobilitazione sabato 8 aprile una mobilitazione in 18 piazze italiane insieme a medici, infermieri e operatori sanitari per chiedere l’approvazione della legge sul biotestamento.

Il Parlamento continua a trascurare sottraendosi all’urgenza di approvare una legge che regolamenti il fine vita, è anche la richiesta dei medici e della grande maggioranza degli italiani”. Lo chiede il 77% degli italiani se condo l’indagine SWG del dicembre 2016  “Le libertà individuali e civili”.

“Di fronte a questa urgenza sociale e per evitare che si affermi la strategia del rinvio continuo portiamo il testamento biologico nelle piazze: a Milano, Roma, Firenze e Bologna medici e notai saranno a disposizione dei cittadini per informarli e dare loro la possibilità di autenticare gratuitamente le proprie disposizioni anticipate di trattamento”, dice  Mina Welby, co-presidente dellAssociazione Luca Coscioni, con  Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Eutanasia Legale. “Perché al di là delle polemiche e di nozioni faziose che rispondono agli interessi dei partiti, è importante che i cittadini siano informati sui loro diritti e su come tutelarli. È importante che la legge venga approvata affinché le disposizioni anticipate di trattamento, che oggi hanno validità solo in un’aula di tribunale, diventino per legge vincolanti e che in questo modo al paziente sia garantito il rispetto della propria volontà”.

Intanto è arrivata a 1.000 firme la ‘Carta dei Medici per il Testamento Biologico’ promossa da Mario Riccio, l’anestesista rianimatore  che aiutò Piergiorgio Welby ( leggi l’intervista al dottor Riccio) , fra queste figurano come importanto come il Carlo Alberto Defanti ( lo specialista di fama internazionale  che seguiva Eluana Englaro), Michele Galluci, Fabrizio Starace e Alfredo Mazza.

Spicca anche la firma di  Roberta Chersevani, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FNOMCeO), che considera il ddl sul testamento biologico in linea con il Codice Deontologico, auspicando che il testo venga approvato in questa legislatura. Oggi sulla testa dei medici  in Italia pende una spada di Damocle, occorrono ”esenzioni di responsabilità civile o penale per il medico che rispetti la volontà del paziente”. Possono essere previste nel rispetto di tutte le posizioni in campo dal momento che, ribadisce  Chersevani  “il ddl sul testamento biologico non prevede alcun appiglio a derive eutanasiche”. 

Proprio la  mancanza di tutele, spiega il presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, è la ragione per cui nonostante il 71% dei medici siano favorevoli alla legalizzazione dell’eutanasia, solo uno su due sarebbe disposto praticarla. Questo dato emerge con chiarezza dall’indagine di Sanità Informazione  su 1.609 medici italiani.

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