Intesa sull’etica, l’ultima sfida di Gianfranco Fini

Fabio Martini

AIla fine si sono ritrovati tutti d`accordo, filo-clericali e laici. Dieci giorni fa, dietro le porte chiuse della sala Azzurra di Montecitorio, i capigruppi del Pdl alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri avevano convocato una riunione riservata sui temi etici, che si era conclusa con una decisione significativa, destinata ad affiorare in superficie in autunno, alla ripresa dei lavori parlamentari.

L`accordo è questo: la legge sul testamento biologico, approvata in prima lettura al Senato, nel passaggio a Montecitorio dovrà essere «modificata», stemperando i punti di più accesa contrapposizione col Pd. L`intesa, che dovrà essere tradotta in un articolato, è l`effetto di una novità inimmaginabile un anno orsono: l`emersione nel Pdl di una sensibilità laica, una «corrente» trasversale e informale che comprende alcune donne ministro – Giorgia Meloni e Stefania Prestigiacomo, personaggi di tradizione socialista come il ministro Renato Brunetta, Chiara Moroni e Margherita Boniver, radicali come Benedetto della Vedova, un numero crescente di peones.

Ma per un anno, nel Pdl, il solitario portabandiera di una concezione laica della politica è stato il presidente della Camera Gianfranco Fini e dunque non è un caso che la parte politicamente più significativa della sua ultima esternazione (che risale a 5 giorni fa) riguardi proprio la legge sul testamento biologico e l`auspi-cio di un accordo bipartisan. Fini ovviamente conosce l`orientamento emerso nei gruppi parlamentari del Pdl e dunque la sortita sulla questione del bio-testamento punta anche a «capitalizzare» la sua predicazione su questi temi, che a suo tempo era culminata in quella che resta l`esternazione più hard del suo anno da presidente della Camera. Era il 28 marzo e davanti alla platea dell`assemblea costituente del Pdl – con Berlusconi seduto a fianco di Elisabetta Tulliani, compagna di Fini – il presidente della Camera disse:

«Siamo proprio sicuri che il testamento biologico approvato al Senato rispetti il principio di laicità dello Stato? Quando si impongono per legge certe convinzioni, beh… sono convinzioni più vicine ad uno Stato etico che ad uno Stato laico». Naturalmente Fini sa che, per arrivare ad un accordo tra maggioranza e opposizione – o comunque ad un testo meno connotato di quello uscito dal Senato – non ci dovranno essere «incidenti» di percorso. E` per questo che il presidente della Camera, pur non pronunciandosi sul tema, teme che sulla questione della «pillola abortiva», possano prendere corpo ipotesi come quella di un decreto legge del governo, o anche di una mozione parlamentare approvata a maggioranza, «contro» l`opposizione. E però, al di là delle dichiarazioni ufficiali, l`esternazione di Fini sul testamento biologico piace, fa strada.

Dice il ministro Gianfranco Rotondi, leader della De: «Su questi temi servirebbe un nuovo "Concilio laico" che superi una concezione muscolare che non fa bene a nessuno». E Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl, di estrazione democristiana, non esita a «condividere l`appello di Fini, perché è finita la stagione ideologica e su questi temi bisogna sforzarsi di trovare punti di intesa, naturalmente sperando che il dibattito congressuale non porti il Pd su posizioni più lontane».