Intervista a Piergiorgio Strata: “I segreti processi di neuroni e proteine”

La Stampa
Francesco Rigatelli

Esiste una ginnastica della risata? Piergiorgio Strata, professore emerito di Fisiologia all’Università di Torino, sostiene di sì, ma non è affatto scontato che sia positiva, perché si ride bene solo quando si ride in modo spontaneo.

Professore, la risata è un processo fisico oppure psicologico? «La psicologia, secondo le mie vedute, che sono condivise dalla maggioranza dei neuro-scienziati, è legata alle molecole. Dunque, qualsiasi fenomeno legato alla psiche ha anche delle proteine che, sotto sotto, si muovono».

Allora, secondo lei, ridere è una forma di ginnastica e anche un efficace antistress? «Che ridere faccia bene è noto e chiaro. Appunto, un anti-stress. Ma bisogna essere felici per davvero, non fare finta come i politici. Mettere una matita in bocca per far muovere i muscoli non penso provochi gli stessi risultati di un momento prolungato di ilarità davvero sincera e spensierata».

Come si distingue, allora, una risata «vera»? «La risata è vera quando i muscoli involontari sotto l’occhio si contraggono e si alza quella parte che si trova attorno al naso. E’ spontanea, non si trattiene: per esempio si nota nei paralizzati con ictus, quando si racconta una barzelletta, perché dipende dai centri delle emozioni e non della volontà».

E la risata finta, invece? Com’è? «La risata finta è quando la bocca si allarga e si mettono i denti in fuori, come si avesse una matita in bocca, e si contraggono i muscoli della mandibola».

Ma una persona spesso sorridente fa per forza finta? «No, può essere d’abitudine di buon umore. Gli attori fanno anche degli esercizi proprio per questo. Così da sembrare emozionati. Oppure lo si può essere di natura o se uno si sente spesso felice e, dunque, è anche un individuo sorridente».