Intervista a B. Englaro: “Finalmente Eluana è libera. E fiera dei suoi genitori”

di Gabriele Moroni

Beppino EnglaroBeppino Englaro“Quando gliel’ho detto, mia figlia è stata felice: ce: sa che adesso sarà libera e la sua volontà è stata rispettata. E’ felice. E’ fiera dei suoi genitori”. Beppino Englaro è serio, sereno. Le sue parole possono sconcertare solo chi non sa che dal 18 gennaio del 1992 quest’uomo di 67 anni, venuto dalla Carnia, non ha smesso di dialogare con la figlia ridotta a vivere una vita vegetativa. E’ il terribile, doloroso trionfo di Beppino Englaro, padre e tutore di Eluana.

Beppino Englaro, che giornata e oggi?

“Quella in cui mi sembra di iniziare a vivere. Ho la sensazione di rientrare in una dimensione umana. E’ stata la liberazione di Eluana che per 6.019 giorni è stata in mani altrui. E’ stata la nostra liberazione come famiglia”.

Englaro, oggi lei vince.

“Vince Eluana. Vincono i suoi diritti, la sua volontà. Ho sempre rappresentato davanti ai medici e davanti ai giudici quella che era la volontà di Eluana di non sopravvivere vegetando. I magistrati hanno verificato tutto quello che andava verificato, sentendo gli amici di Eluana e me. Nell’udienza del 25 giugno hanno dialogato con il padre di Eluana e sono andati a fondo per esplorare il convincimento della figlia, la personalità, lo spirito, le convinzioni. Eluana aveva idee chiarissime. Per lei la morte era un prolungamento della vita”.

E adesso?

“Farò di tutto per fare rispettare la volontà di mia figlia, come è stato riconosciuto dai giudici. Se ho paura di staccare la spina? Nessuna, non mi sfiora neppure. Da oggi la vicenda di Eluana rientra nella privacy familiare. Anche lei avrebbe voluto così, privacy, riservatezza”.

Che cosa deciderà?

“Devo decidere con il curatore speciale di Eluana e il mio avvocato. Deciderò con Eluana. Come sempre. Sono sereno, molto sereno. Ri- spetterò tutto e tutti. Mi sono sempre mosso nella legalità, nel rispetto dei criteri della medicina e della legge. Tutto sarà fatto come deve essere fatto. Senza nessuna precipitazione di nessun genere. Nel rispetto assoluto dei crismi clinico-giuridici. E’ un caso limpido, trasparente. Non c’è niente da nascondere, non c’è nessun motivo per avere fretta. Si farà in modo che nessuno abbia da ridire. La vicenda di mia figlia è sempre stata chiara al massimo livello. Sarà ancora così”.

Non crede che l’obiezione di coscienza possa essere di ostacolo?

“In questa storia l’obiezione di coscienza non c’entra niente. Si tratta di fare quello che voleva Eluana e quello che hanno deciso i giudici. Mia figlia sarà finalmente libera”.

Non ha mai pensato di portare a casa Eluana?

“No, perché questa era anche una battaglia di civiltà e libertà. La libertà è all’interno dello Stato”.

Lei ha combattuto una lunga guerra. Molte volte da solo. Dove ha trovato la forza?

“Non potevo non fare quello che ho fatto. Nel Dna della mia famiglia c’è la libertà. Nessuno può disporre della vita altrui senza tenere conto della volontà di quella persona. Eluana era rimasta senza voce. Io gliel’ho data. E’ lo stato di diritto. Dobbiamo essere fieri di una magistratura che lo fa rispettare e fa rispettare la Costituzione”.

Cosa vi siete detti oggi con Eluana?

“Le ho dato la notizia. Era fierissima dei suoi genitori. E’ un gran giorno anche per lei, ne sono certo. Le cose giuste, pulite alla fine trionfano”.
Era il 17 gennaio del 1991 quando Alessandro Ferrario, congedato da poco dal servizio militare nei carabinieri, cadde in moto. Gravissime le ferite. Alessandro non recuperò mai l’autosufficienza e l’uso della parola. Eluana Englaro era sua amica. Andò a trovarlo e uscì sconvolta. “Al suo posto non vorrei vivere così”, disse. Un anno dopo, la notte del 18 gennaio, ebbe a sua volta un terribile incidente quando la sua auto uscì di strada e si schiantò contro un muro a Pescate, appena fuori Lecco. Fu la condanna a uno “stato vegetale permanente”. Oggi sarà il giorno del confronto. Beppino Englaro, il suo avvocato Vittorio Angiolini, il curatore speciale, Franca Alessio.
Dice quest’ultima: “Credo che sarebbe giusto trasferire Eluana nell’ospedale cittadino. E’ il padre che deve prendere la decisione finale”.