Incarico alla Cossutta, scontro sulla fecondazione

La Turco: rivedrà lei le linee della legge. Insorgono il Polo e i cattolici dell’ Unione. Il lavoro non è ancora cominciato ma le premesse scuotono il mondo politico a pochi giorni dalla chiusura feriale delle Camere. E sono di nuovo i temi etici a fungere da adrenalina.

Insorge la Cdl per l’incarico affidato a Maura Cossutta dal ministro della Salute Livia Turco di rivedere le linee guida sulla fecondazione artificiale. Diciassette senatori dell’opposizione, in testa Alfredo Mantovano di An, chiedono in un’interpellanza se l’iniziativa è «compatibile con il dovere dell’esecutivo se mai di modificare, ma non certo di svuotare, in modo surrettizio, di contenuto una legge dello Stato» e se il ministro «non ritenga prioritario» di comunicare al Parlamento i dati sulla sua attuazione.

I firmatari ricordano come l’ex deputata del Pdci, oggi nello staff della Turco, abbia osteggiato apertamente la legge sia durante la discussione parlamentare sia nella campagna referendaria. «Con questo incarico — concludono i senatori — viene tenuta in dispregio non solo la maggioranza del Parlamento ma anche quella del Paese» che non votando ha voluto confermare la legge con la consultazione popolare.

Garanzia — Non basta la precisazione del ministro a quietare gli animi: «La revisione delle linee guida è prevista periodicamente dalla stessa legge ed e di competenza del ministro della Salute che le definisce con proprio decreto. L’incarico alla Cossutta rientra nel più ampio mandato da me conferitole in materia di tutela della salute della donna e del bambino. La sua esperienza è garanzia di professionalità e conoscenza della materia e si accompagna alla correttezza e sensibilità istituzionali sempre dimostrate. Sono stupefatta. Penso veramente che si stia alimentando una polemica sul nulla». Il documento al centro delle polemiche fu criticato già al suo nascere circa due anni fa, ma stavolta dal centrosinistra che ne rilevò il carattere restrittivo rispetto alle norme della legge 40.

Diagnosi Preimpianto — Tra l’altro ha introdotto il divieto di diagnosi preimpianto dell’embrione, tecnica che lascia la speranza alle coppie non sterili, ma con malattie genetiche ereditarie, di avere figli sani. Ed è proprio questo uno dei punti suscettibili di eventuali interventi. Si ribellano una parte dei cattolici dell’Unione, appena riemersi dal polverone che ha accompagnato la discussione sull’uso di cellule staminali embrionarie. Sospettano che dietro si nasconda la tentazione di modificare la legge 40, programma sempre negato dal governo Prodi. Compassato Luigi Bobba, dl, («non siamo certo contenti, per usare un eufemismo, il ministro ci aveva dato garanzie»); adirata Paola Binetti attacca: «Nomina intollerabile, inappropriata, trovo sorprendente che le linee guida siano state affidate ad un’avversatrice sia pur leale della legge 40. E’ una provocazione, ci voleva una commissione mista. Istintivamente Maura cercherà di intervenire, non è una voltagabbana, non potrà negare i suoi ideali». Anche Donna Bianchi, dl, avrebbe preferito che del lavoro si occupasse «un comitato tecnico scientifico ampio e rappresentativo» .

Correzioni – Ignazio Marino, cattolico dei Ds, invece non grida allo scandalo: «Quel testo contiene delle discrepanze. La Cossutta è una professionista, il governo manterrà fede all’impegno di non cambiare le norme sulla fecondazione artificiale» . Nel centrosinistra, oltre ai ds, sostiene la scelta Daniele Capezzone, segretario dei Radicali, («è una tempesta in un bicchier d’acqua» ), la verde Luana Zanella («critiche pretestuose»>, mentre Donatella Poretti, Rosa nel Pugno, si augura «una profonda revisione della legge». Per Luisa Boccia, di Rifondazione, «i cattolici nell’Ulivo e fuori dall’Ulivo, sono accecati» . Nel centrodestra durissimi Luisa Santolini e Paolo Lucchese, Udc: «E’ come affidare la pecora al lupo. La Cossutta è una fondamentalista che vuole permettere alle single di avere figli». Per Isabella Bertolini, Fi, «è un insulto agli italiani».