Impianti di staminali per affrontare malattie del midollo e tumori del sangue

Mariapaola Salmi

Si amplia l’uso terapeutico delle cellule staminali del sangue.

Il trapianto di midollo osseo, che ne è ricco, è impiegato nei tumori del sangue, ma anche in forme non tumorali quali l’aplasia, quando il midollo smette di funzionare. Sorgenti di cellule staminali da impiantare sono i familiari (fratello o sorella), i donatori di midollo iscritti nei registri internazionali e il cordone ombelicale donato. In laboratorio le staminali si espandono in vitro per raggiungere la massa critica da trapiantare. Questo uno dei temi principali delle giornate di lavoro (Milano, 18-21 ottobre) con oltre 1.300 iscritti al 42° Congresso della Società italiana di ematologia (Sie), dense di novità sul fronte dei tumori e delle altre malattie del sangue. Protagonista nella diagnosi oncologica "l’impronta digitale" del tumore che consente la selezione dei malati per mirare la terapia e il calcolo delle categorie di rischio. Al profilo prognostico della malattia tu morale, necessario per capire la risposta ai farmaci – spiega Sergio Amadori, presidente Sie, – si ottiene con indagini biomolecolari e genetiche». Un modello promettente riguarda la leucemia promielocitica che nelle forme resistenti ai tradizionali farmaci è trattata con triossido di arsenico che pare migliori il rischio di complicanze emorragiche e riduca la tossicità terapeutica. Sviluppati nuovi inibitori delle tirosinchinasi per i pazienti con rischio di non risposta al Glivec, capostipite della famiglia, o di ripresa dopo anni di remissione dalla leucemia mieloide cronica