Il vescovo di Arezzo su registro testamento biologico: Laudato si` mi` Signore, per sora nostra morte corporale

Giacomo Gambassi

arcivescovo fontanaSi è preso due giorni di tempo. Quarantotto ore che hanno separato l`approvazione nel consiglio comunale di Arezzo dell`atto di indirizzo per istituire il registro del testamento biologico e la sua "risposta". Una "risposta" che l`arcivescovo Riccardo Fontana, alla guida della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dallo scorso 13 settembre, ha affidato all`omelia pronunciata, nel duomo di Arezzo, durante la Messa per defunti delle forze dell`ordine.

«Mentre già la dottrina cattolica rifiuta l`accanimento terapeutico – ha sottolineato Fontana durante la celebrazione – quanti si professano cristiani sono invitati a tener lontana ogni ideologia dal capezzale di chi è vicino alla morte e ad affidarsi all`etica professionale degli operatori sanitari, che sin da Ippocrate, manifesta il favor vitae». Ecco, quindi, che per l’ arcivescovo resta essenziale il ruolo dei medici. «Siano essi a decidere quale strumento terapeutico impiegare perché la persona umana, creata a immagine di Dio, possa vivere in modo adeguato anche i momenti che la separano dal transito all`altra vita». Poi un riferimento all`eredità francescana custodita nell`Aretino. «Nel territorio dove frate Francesco visse alla Verna vicende che ancora illustrano la nostra terra – ha detto il presule – la comunità cristiana ripete con il Poverello la preghiera: Laudato si` mi` Signore, per sora nostra morte corporale».

Una "sorella" che l`ultima seduta del consiglio comunale non ha considerato allo stesso modo del santo d`Assisi, almeno stando al testo sul registro del fine vita presentato da un consigliere della Sinistra, gruppo che fa parte della maggioranza di centrosinistra e sostiene il sindaco Giuseppe Fanfani. Un documento che in aula è passato con diciotto voti a favore e dodici contrari. Hanno espresso il loro sostegno all`atto le forze politiche di maggioranza: Pd, Partito Socialista, Italia dei valori e Sinistra. Ma nelle fila del Partito democratico non sono mancati i dissensi: il medico Luciano Ralli ha votato contro e due consiglieri democratici si sono astenuti. Compatti i gruppi che si richiamano al Popolo della Libertà che hanno optato per il «no». Nella riflessione di Fontana in cattedrale, l`arcivescovo ha definito la libertà e la vita «entrambi nomi di Dio» che «non possono mai essere in contraddizione l`uno con l`altro».

Un`indicazione che, secondo Fontana, vale per credenti e non credenti. «A tutti coloro che si ispirano al Vangelo è palese che la difesa della vita va assicurata, dal suo concepimento fino al suo esito naturale. Ci rallegriamo che anche quanti hanno convinzioni diverse dalle nostre, in questa civile società aretina, escludano l`eutanasia». Nell`omelia l`arcivescovo ha parlato della vita come di «un dono prezioso» che può essere spesa «con sapienza o dissipata».Sarà un`esistenza guidata dalla saggezza quella di «coloro che avranno indotto molti alla giustizia». Ed «è l`impegno di quanti scelgono il bene comune come causa che determina» il loro agire.

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