Il vero pericolo? creare nei pazienti aspettative errate, intervista a Ignazio Marino

di R.Fa.

Milano- Il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione Sanità, è uno scienziato con una tempra da sperimentatore. Sei anni fa, nel zooi, trapiantò il fegato a un paziente sieropositivo. Sulle staminali da cordone ombelicale, però, professa molta cautela. Professore, in Parlamento ci sono tre disegni di legge sul tema della donazione autologa. L`emendamento della Camera è una sterzata decisa. Il via libera della Commissione Affari sociali della Camera è un risultato positivo, ma si dovrà fare molta attenzione alle modalità con cui la raccolta delle cellule sarà organizzata. In che senso bisognerà essere cauti? Se, infatti, da una parte è giusto che sia permessa la raccolta delle cellule per uso personale, in strutture pubbliche e in quelle private convenzionate, dobbiamo fare molta attenzione agli aspetti della sicurezza e della trasparenza verso i cittadini. Una certa prudenza mi sembra doverosa, non vorrei che da domani i genitori iniziassero a credere che creando una banca di cellule il loro bambino sarà protetto da ogni tipo di malattia.

Finora però…il piu recente indirizzo è quello dell`ordinanza del maggio scorso. Che introduce un`importante variazione perchè per la prima volta si distinguono l`uso allogenico da quello solidaristico, dedicato al neonato, ai consaguinei stretti con familiarità comprovata di certe tipologie. Non sempre le buone intenzioni del legislatore finiscono per concretizzarsi. Esatto. In Finanziaria ci sono 700mila curo per verifiche alla sicurezza dei trapianti e c`è un emendamento che frammenta i contributi tra le varie Regioni. Come giudicare le accuse rivolte all`Italia di essere un Paese troppo restrittivo sul fronte delle donazioni? No, secondo me è una visione determinata da scarso approfondimento. I nodi bioetici in altri Paesi sono stati risolti non troppo tempo fa. Cosa consiglierebbe, allora, a una coppia in attesa di un figlio? Penso che dovrebbero attenersi a quanto prevede la legge. Va evitata la diffusione di aspettative non fondate. Mi sono occupato per anni di trapianti. Una coppia con staminali depositate in banca a Zurigo mi chiese se potevano servire a curare gravi problemi neurblogìcì del figlio. Non soddisfatti del mio responso negativo hanno continuato a consultare, purtroppo invano, altri miei colleghi.