Il metodo Stamina bocciato dagli esperti del ministero

Corriere della Sera
Margherita De Bac

ROMA — La bocciatura era nell’aria. Quasi scontata. No del ministero della Salute al metodo Stamina che secondo il suo sostenitore, Davide Vannoni, avrebbe un’efficacia portentosa su una larga gamma di malattie degenerative. Sulla spinta della piazza e delle emozioni era stato disposto l’avvio di una sperimentazione ufficiale per cercare di dare una risposta a tante famiglie che vedevano in quella terapia l’unico spiraglio di salvezza per casi disperati. L’inventore della terapia a base di cellule che vengono infuse nei pazienti però non è stato in grado di fornire in questi mesi lo straccio di una prova alla Commissione scientifica incaricata di organizzare i preliminari dei test. Dopo diversi rinvii (il primo incontro in calendario era il primo luglio) Vannoni avrebbe consegnato materiale insufficiente per ipotizzare uno studio clinico serio. In realtà lo stop del ministero non è ancora ufficiale. Il ministro Beatrice Lorenzin leggerà nelle prossime ore la relazione dei tecnici coordinati dall’Istituto superiore di Sanità attraverso il suo presidente, Fabrizio Oleari. Ieri si è svolto un ultimo incontro col direttore generale Marletta, incaricata di occuparsi del caso in collegamento con gli organismi tecnici. La relazione è una dettagliata disamina sul perché il metodo Vannoni non è compatibile con una sperimentazione basata su criteri riconosciuti a livello internazionale. Alla base delle perplessità espresse dalla Commissione c’è l’assenza di un protocollo che spieghi come produrre quel tipo di stamina-li e quali sono i presupposti in base ai quali dovrebbero riparare danni neurodegenerativi e dunque essere valido per tante malattie. II parere del-l’Iss non è vincolante e dunque la Lorenzin potrebbe teoricamente non chiudere definitivamente. Eventualità improbabile, significherebbe smentire il lavoro degli esperti. Vannoni replica con i sospetti, che non ha mai lesinato, fin dall’inizio di questa lunga e dolorosa storia che ha coinvolto centinaia e centinaia di famiglie con figli e genitori in gravissime condizioni: «Non mi aspettavo niente di diverso. Credo che non sia un comitato imparziale visto che sette membri su io avevano già espresso critiche nei confronti di Stamina prima ancora di essere nominati. Sono stati scelti dal ministero». Vannoni aggiunge di non volersi fermare qui: «Farò ricorso al Tar perché a giudicare non sono state persone imparziali» e ricorda che «40 pazienti sono curati a Brescia senza effetti collaterali, in un ospedale pubblico. Mostreremo i dati i17 ottobre. Ci sono altre 150 persone in lista di attesa». Si tratta dei malati autorizzati da diversi Tribunali a ricevere le infusioni di staminali prodotte in un laboratorio del centro lombardo. Però non c’è evidenza documentata che le cellule abbiano avuto efficacia se non le testimonianze dei genitori.

Ecco perché, con un decreto e lo stanziamento di 3 milioni, il ministero aveva scelto la strada de-la sperimentazione, iniziativa che a livello internazionale (in particolare dalla prestigiosa rivista Nature) era stata criticata anche perché in nessun altro Paese occidentale il metodo ha trovato credito. La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per vederci chiaro sui retroscena e gli interessi economici. L’Associazione Luca Coscioni, che pure sostiene il principio della libertà della scienza, si augura che la Lorenzin segua le indicazioni degli esperti: «Restiamo accanto ai malati. E ricordiamo che però le cure devono provenire solo da gruppi di ricerca accreditati».