«IL MARATONETA»,CORSA A MUSO DURO DI COSCIONI VERSO LA LIBERTÀ DI RICERCA

di Silvia Angelici
PERUGIA – Quando la lotta contro il male diventa un libro: ecco «Il maratoneta». O meglio la storia di una battaglia di libertà da conquistare con il rigore lucido dell’intelletto. Il libro scritto «a muso duro» dall’orvietano Luca Coscioni, presidente dei Radicali Italiani, è di quelli che suonano come una sfida. Pagine destinate a dar vita ad un dibattito politico ed etico, come quello che si è aperto ieri pomeriggio, a Perugia, durante la presentazione del lavoro di Coscioni, presenti Rita Bernardini (Radicali Italiani), l’avvocato Giuseppe Caforio, i primari Fausto Grignani (Medicina interna e oncologia) e Umberto Senin (Gerontologia e geriatria) e il dottor Tommaso Ciacca. Battaglia di libertà si diceva. L’autore, malato di sclerosi laterale amiotrofica, incarna infatti la lotta radicale per la libertà di ricerca scientifica in campo medico. «Grazie alla clonazione terapeutica e alle cellule staminali degli embrioni, gli scienziati troveranno una cura per guarire la Sla, il morbo di Alzheimer e di Parkinson, l’atrofia muscolare spinale, le lesioni traumatiche del midollo spinale, la distrofia, alcune forme di tumore e di diabete – sostiene Coscioni -. Mi batto per la libertà della scienza che tra poco però verrà messa in discussione dalla legge sulla fecondazione artificiale in discussione al Senato. Infatti la nuova legge, su pressioni vaticane e clericali, proibisce la ricerca sugli embrioni congelati, scartati dalle cliniche italiane dove si pratica la fecondazione assistita. Insomma, si preferirà buttarli nella spazzatura, piuttosto che destinarli a studi che potrebbero salvare la vita a milioni di persone». Pagine meditate su una seggiola a rotelle e dettate ad un computer, sulla cui prefazione si legge: «attendevamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall’attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito una nuova forza». Josè Saramago, premio nobel per la letteratura 1988.