Il criminale è lo Stato che gestisce le carceri

il Giornale
Vittorio Feltri

Caro Cammilleri,  la tua lettera parte male.  Parli di «ennesima amnistia»,  quando l`ultima – voluta dai comunisti  allo scopo di salvarsi dalla  galera per aver ricevuto finanziamenti  illeciti dall`Unione Sovietica risale  a oltre vent`anni fa. Quindi, ti  invito a spingere lo sguardo all`indietro:  troverai solo un indulto (che  estingue la pena ma non il reato), peraltro  sollecitato da Giovanni Paolo  II che, mi pare, fosse cattolico almeno  quanto te. Ma potrei sbagliarmi.  Non mi sbaglio di sicuro se ti dico  che i reati in Italia, specialmente gli  omicidi, sono diminuiti sensibilmente  negli ultimi tempi.  Le nostre carceri sono sovraffollate per  due motivi: metà della popolazione  detenuta è costituita da gente  in attesa di giudizio, e oltre un terzo  da poveracci extracomunitari entrati  nel nostro Paese senza permesso  di soggiorno, senza lavoro, senza  soldi e datisi ad attività illegali per garantirsi la  sopravvivenza. Non ti passa per la mente  che lo Stato abbia delle  responsabilità in merito all`eccessivo  ricorso alla custodia preventiva   e in merito agli stranieri che ha accolto  indiscriminatamente evitando  poi di occuparsi di loro? È intelligente  ospitare qualcuno a casa tua trascurando  di dargli da mangiare e  poi, se ruba il prosciutto dal frigo,  mettergli le manette?  Certi accoglimenti sono peggiori  dei respingimenti. Informati presso  la Caritas, conia quale dovresti essere  in buoni rapporti, e scoprirai che  nulla è stato fatto per far scontare le  pene ai carcerati stranieri nel loroPaese  anziché nel nostro. Io non sono  buonista, ma cattivista. Per questo  mi allarmo: lo Stato italiano è fuorilegge,  condannato dall`Unione europea  per la pessima gestione della  Giustizia e del sistema carcerario.  Uno Stato criminale come il nostro  non ha titoli per amministrare l`apparato  giudiziario. Deve riformarsi e  adeguarsi alle regole dell`adorata  Ue. Per fare ciò, il primo passo che è  costretto a compiere è quello dell`amnistia.  Essa consente non solo il  ripristino della legalità nelle prigioni,  dove ti prego di entrare quale visitatore  (esperienza istruttiva, pedagogicamente  rilevante), ma anche  nei tribunali, soffocati da processi arretrati,  molti dei quali destinati alla   prescrizione, ossia a un`amnistia in  maschera. Il «decreto svuotacarceri»  (la definizione è tua) è indispensabile  anche per un secondo fine: aggiustare  i guasti della giustizia, introdurre  pene alternative alla reclusione,  riscrivere le norme sulla custodia  cautelare, rivedere il codice penale.  In due battute: azzerare e ricostruire  in base alle indicazioni comunitarie.  È falso dire che il rimedio  pannelliano sarebbe quello del «tutti  fuori». Sono amnistiabili solo certi  reati, i meno gravi. Temo che tu non  conosca il problema. Prendiamo i  tossicodipendenti. Vanno in galera,  dove ci costano 200 euro ciascuno al  dì, vi si trattengono due, tre, cinque  anni e, quando escono, riattaccano  daccapo a delinquere perché drogati  erano e tali rimangono. Se invece li  mandi in comunità costano poco  più di 50 euro al giorno e nel 70-80  per cento dei casi sono recuperabili.  Cosa conviene fare?  Una frase della tua lettera è addirittura  offensiva. Dici: «Gli abbracci di  Pannella tolgono molti più voti di  quei pochi che portano». A me dei voti non importa nulla. Mi preme  il grado  di civiltà dell`Italia, un pezzo della  quale – le carceri – è sprofondato   nell`illegalità. Auspichi la costruzione  di nuovi penitenziari. Come se da  noi fosse facile. La priorità è far funzionare  e rendere vivibili quelli che  abbiamo. Due righe conclusive sull`eutanasia.  Anche qui fai confusione.  Un conto è appunto l`eutanasia  (su cui ho già scritto: inutilmente,  considerate le tue obiezioni) e un altro  è il suicidio assistito. Due cose diverse,  ma entrambe proposte non  quali obblighi bensì facoltà. Da non  credente, ho il dovere di avvisarti  che – sia come sia l`Aldilà – sono disposto  a difendere i tuoi principi solo  a condizione che tu non calpesti i  miei, compreso quello di frequentare  chi mi garba, anche Marco Pannella,  l`unico politico che non mi abbia  chiesto favori (semmai me ne ha fatti,  e ne ha fatti tanti ai connazionali  desiderosi di libertà).  Ps: Non per insistere. Probabilmente  tu, da cattolico osservante, a  suo tempo sai stato contro il divorzio.  Che, tuttavia, passò. Non so se i  credenti ne abbiano usufruito. Nel  caso, nessuno ha imposto loro di  rompere il matrimonio. Ma so che  se non ci fosse stato Pannella, saremmo  rimasti al ripudio che, magari, tu  preferisci al divorzio perché è in sintonia  con la tradizione.