Il caso Stamina manda Roma in tilt

Il Tempo
Carlantonio Solimene

Sangue, proteste, sofferenza, tensione. E, alla fine della giornata, la sgradevole sensazione che non sia servito a nulla. Perché la verità sul caso Stamina resta ancora una volta sepolta nel mistero, occultata dai dettagli di un metodo che il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, si ostina a non voler rendere pubblico e la politica continua a considerare inutile per la cura dei pazienti affetti da gravi patologie come Sla e distrofia muscolare. A Roma, in tutta la giornata di ieri, le proteste degli ammalati hanno toccato un nuovo livello, complice anche la sopravvenuta morte di alcuni attivisti che avevano partecipato alle ultime manifestazioni.

Centinaia di persone, radunate dalla Stamina Foundation, hanno tenuto in scacco il centro cittadino per ore bloccando il traffico in vari punti, come Piazza Venezia e Largo Chigi, e tentando un assalto a Montecitorio che si è fermato solo dopo la chiusura del portone di ingresso. Ma il momento più drammatico si è vissuto quando due malati di distrofia muscolare, Sandro Biviano e Roberto Meloni, hanno cominciato a estrarsi il sangue con una siringa e a spruzzarlo sulle foto del premier Enrico Letta, del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Una serie di gesti, compreso l`«assalto» a Montecitorio durante il quale un`altra attivista ha perso i sensi, che ha spinto il prefetto di Roma a ricevere una delegazione dei manifestanti e a farsi tramite delle loro richieste con il governo. In particolare, gli ammalati guidati da Davide Vannoni hanno chiesto «lo sblocco delle liste di attesa a Brescia e, parallelamente, una interpretazione coerente con lo spirito con cui è stata scritta la legge Turco-Fazio, che permetta le terapie compassionevoli negli ospedali italiani». Ma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ribattuto invitando Vannoni a «rendere pubblico» il suo metodo di cura a base di cellule staminali «per un atto di chiarezza» perché non si deve «fare marketing su questa vicenda, ma fare chiarezza scientifica, dare risposte a persone che stanno male».

È stata una giornata di alta tensione a Roma. I malati di Sla si sono riuniti in un presidio fisso a piazza Montecitorio per manifestare a favore del metodo Stamina. I manifestanti hanno bloccato via del Corso, nel tratto che va da largo Chigi a piazza Venezia, via del Tritone e hanno anche protestato all`altezza del Traforo mandando in tilt il traffico. Non sono mancati momenti di paura. Nel pomeriggio alcuni manifestanti hanno sfondato il cordone di sicurezza e si sono avvicinati all`ingresso del palazzo di Montecitorio che è stato chiuso dalle forze dell`ordine. Una ragazza è stata colta da malore. Immediati i soccorsi da parte degli operatori del 118 che hanno portato via la giovane manifestante.

La delegazione di malati di Sla e distrofia muscolare che doveva incontrare, insieme con Davide Vannoni, i rappresentanti delle istituzioni a palazzo Chigi è stata convocata dal prefetto. «Si è impegnato a chiamarmi stasera e mi ha detto che avrebbe portato le nostre istanze a palazzo Chigi, dandoci una risposta». Così ha riferito Davide Vannoni dopo l`incontro in Prefettura. «Per la prima volta – ha detto Vannoni – abbiamo incontrato una persona sicuramente aperta a questo tipo di discorso. Una persona che, ovviamente, si fa portatrice di una scelta che è politica. Certamente non potrà decidere lui ma si fa portatore delle nostre richieste. Ci auguriamo che sia stato indicato come una sorta di mediatore fra le istanze di Stamina e il Governo».

Da parte del ministro Lorenzin, solidarietà ai malati che hanno manifestato. «Sono molto vicina a tutti i malati e alle persone che anche oggi in preda a un dramma personale sono andate in piazza», ha detto il ministro che aggiunge: «Non credo che le piazze siano un posto giusto per i malati. I posti giusti sono gli ospedali, le famiglie con una struttura territoriale che li possa accudire». Sulla manifestazione, però, sono piovute le critiche di diversi esponenti del mondo sanitario. Per Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare all`università Bicocca di Milano, «il metodo Stamina, attraverso l`iniezione di poche cellule staminali, non potrebbe mai curare la distrofia muscolare, una malattia genetica che coinvolge tutta la massa muscolare.

Insomma, per questi pazienti un simile approccio è tecnicamente impossibile che porti benefici». Per Silvio Viale, medico ed esponente dell`Associazione Luca Coscioni per la Libertà e la Ricerca Scientifica, «dispiace vedere come la speculazione sui malati spinga alla disperazione, ma bisogna avere il coraggio di dire che invocare la speranza come unico argomento significa vendere illusioni».