Il braccio bionico che cambia la vita dei paraplegici grazie a elettrodi e un computer

Tgcom24

“Tutto ciò è come le montagne russe, come il paracadutismo: è semplicemente favoloso, e mi sto godendo ogni singolo secondo”. Con queste parole Jan Scheuermann, ha commentato il braccio elettronico, una scoperta dal Medical Center dell’Università di Pittsburgh che le ha permesso di riuscire a mangiare da sola. Jan, infatti, è paralizzata da 13 anni dal collo in giù, ma grazie a questo braccio meccanico ha potuto trasferire le sue volontà di movimento allo strumento bionico.

Grazie a degli elettrodi impiantati nel cervello, infatti, le informazioni vengono trasferite al braccio elettronico. La donna 52enne è riuscita a mangiare senza l’aiuto di nessuno. “Voglio assaporare una tavoletta di cioccolata prima di morire”, aveva detto ai medici, che hanno applaudito la sua impresa. 

“Si tratta di un salto spettacolare verso una maggiore funzionalità e indipendenza per le persone che non sono in grado di muovere le braccia”, ha detto il professor Andrew Schwartz che ha guidato la ricerca. “Questa tecnologia, che interpreta i segnali del cervello per guidare un robot – prosegue Schwartz -, ha un potenziale enorme che stiamo continuando a esplorare”. Gli elettrodi sono collegati alla mano robotica attraverso un computer che esegue un complesso algoritmo per tradurre i segnali inviati dal cervello. 

A Scheuermann sono state necessarie settimane di formazione per padroneggiare il controllo della mano, ma era già in grado di muoverla dopo due giorni, e nel corso del tempo ha completato le attività – come raccogliere oggetti, orientarli, e spostarli – con un tasso di successo del 91,6 per cento. I ricercatori prevedono di incorporare nel braccio meccanico la tecnologia wireless per eliminare la necessità di una connessione cablata tra la testa del paziente e la protesi.