I pre-life sono sempre in azione

Cronache Laiche
Paolo Izzo

Il doppio episodio della “pillola del giorno dopo” negata a due ragazze presso l’ospedale di Voghera, in provincia di Pavia, ripone al centro dell’attenzione il tema dell’obiezione di coscienza nelle nostre strutture sanitarie pubbliche, per quanto riguarda contraccezione e aborto. L’infermiera che si è erta a paladina di un possibile incontro tra spermatozoi e ovociti nel corpo di due ragazze, negando loro l’accesso alla contraccezione di emergenza, non solo non avrebbe avuto alcuna liceità nel farlo, ma ancora più doloroso è che lo abbia invece fatto. da donna a donna. E’ pur vero che le più tenaci “pre-life” appartengano spesso al genere femminile, ma è altrettanto vero che per legge l’obiezione di coscienza – e già sappiamo quanti danni provochi nelle donne che vi incorrono – è riservata esclusivamente al personale medico, non a infermieri e farmacisti. La difesa della legge 194 e dei diritti civili e umani delle donne, quando vengono attaccati così duramente dagli obiettori fai-da-te, oltre che dalla mai risolta questione di altissime quantità di obiettori “legittimi” nella sanità pubblica (nel solo Lazio superano abbondantemente il 70%), diventa ancora più necessaria. Speriamo che non sia delegata ai soli Radicali che, dal basso delle loro infinitesime percentuali elettorali e con un ascolto ancor minore sui media, sono sempre costretti a fare tutto il lavoro che i politici. obiettori non fanno.