I paradossi della legge 40 in un libro di Gallo e Lalli. ‘Il legislatore cieco’, una normativa cambiata dall’azione di alcune coppie

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Un libro che “vuole raccontare l’assurdità di una norma illiberale e, soprattutto, come l’azione di alcune coppie abbia portato all’erosione degli articoli più discriminatori e insensati. Oggi, per merito loro, la legge 40 meno ingiusta” . Si presenta così ‘Il legislatore cieco’ (Editori Riuniti, in libreria dal 5 dicembre), il libro firmato a quattro mani da Filomena Gallo – avvocato, presidente di Amica Cicogna e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – e da Chiara Lalli, giornalista esperta di diritti civili.

Un testo dichiaratamente di parte, che percorre l’iter di una legge “che non rispetta i diritti’, a partire dal 10 marzo 2004, data dell’entrata in vigore della legge 40. Prosegue poi raccontando, in prima persona, la storia delle aspiranti madri – e quindi delle coppie – che si sono scontrate con i paradossi della normativa e hanno combattuto la loro battaglia: Neris, Ilaria, Novella, J., Camilla.

Ogni storia seguita da una puntuale analisi giuridica curata da Filomena Gallo. “La legge 40 – recita la presentazione – ha imposto una serie di divieti e restrizioni che hanno escluso molte persone dalla possibilità di ricorrere alla medicina riproduttiva, spingendole alla rassegnazione o all’esilio. I legislatori hanno vietato senza che vi fosse una giustificazione razionale, hanno posto limiti senza considerare il panorama normativo e quello europeo. Da allora sono stati molti i tentativi di demolire una norma tanto ingiusta e coercitiva : dal referendum del 2005 ai ricorsi ai tribunali e alle corti”.