Gli ospedali piemontesi possibilisti: “Venga qui”

Piero Colaprico

Beppino EnglaroE oggi il Tar discute il ricorso presentato dalla famiglia Englaro contro la Regione Lombardia che aveva vietato di staccare la spina
MILANO – Scottano i telefoni di papà Beppino, della curatrice speciale, dell’avvocato, del neurologo e professore Carlo Defanti. «Sono giorni che si annunciano decisivi», dicono. Sia perché ci sono nuove offerte concrete per ricoverare Eluana, in stato vegetativo da diciassette anni e quattro giorni oggi. Sia perché, sempre oggi, davanti al Tar della Lombardia si comincerà a capire se un presidente di regione, come ha fatto Roberto Formigoni, può opporsi a quello che i tribunali hanno riconosciuto essere un diritto della persona, e come tale inviolabile.

Cominciamo dalle «aperture», che si vanno estendendo, ora dopo ora, da parte dei laici, ma anche di tanti cattolici, e dalla base del Pd piemontese, intorno a Eluana e alla sua affaticata ma incrollabile famiglia. La Regione Piemonte è la più esposta, ma varie Regioni, altri sindaci e altre Asl si fanno avanti, anche senza comunicarlo alle agenzie di stampa. Certo, i medici dei vari ospedali sono divisi, ma poche voci bastano a definire il piano inclinato sul quale sta scivolando la situazione: «L’azienda Molinette se arriva la richiesta da parte della famiglia è disponibile», dice il direttore generale Giuseppe Galanzino.

E Claudio Macchi, del Maggiore di Novara, aggiunge che «non ci sarebbe alcun motivo per sottrarsi. Per di più, non è prevista una sorta di obiezione di coscienza, sono certo – continua – che chiunque sarà chiamato ad agire lo farà con il cuore a pezzi, ma non si sottrarrà». Anche se poi lo stesso Francesco Della Corte, responsabile del reparto di anestesia e rianimazione del suo ospedale, dice il contrario, e cioè che «come essere umano non me la sentirei di eliminare idratazione e alimentazione».

A papà Beppino occorre soprattutto sapere che la procedura, una volta avviata, non subirà più uno stop all’ultimo secondo, come avvenne il 16 dicembre. Ma dovunque andrà Eluana, è davanti alla terza sezione del Tar che si gioca in queste ore una partita importante. Perché gli avvocati Vittorio Angiolini, Marco Cuniberti e Franca Alessio puntano ad annullare senza se e senza ma il rifiuto del direttore generale della Regione ad esaudire le richieste di Eluana e a ottenere un serio risarcimento dei danni. Non si stanno cioè applicando «sentenze di morte», comete chiama Formigoni, né si pratica l’«eutanasia». Viceversa, i giudici hanno stabilito che è legittimo «far riprendere il cammino della morte per incidente stradale, interrotto da una rianimazione che non ha rianimato e ha causato – parole di papà Beppino – lo stato vegetativo, una condizione che non esiste in natura e che Eluana rifiutava».

Come spiega anche il magistrato e professor Amedeo Santosuosso: «I1 diritto alla salute per Eluana Englaro consiste, come dice la Cassazione, nella sospensione della nutrizione e idratazione artificiale.Mentre la convenzione Onu sui disabili prevede il diritto alla nutrizione e idratazione artificiale, ma non impone certo l’obbligo – questo il punto – ad esservi sottoposti a oltranza». Come capita a Eluana, cittadina di uno stato di diritto.