Per gli ausili ai disabili la politica rimanda ancora

Serenella Mattera

Nomenclatore. Governo e Regioni non hanno deciso nulla sugli elenchi delle protesi riconosciute dallo Stato. E le associazioni si mobilitano.
«Ancora adesso assistiamo attoniti ad un rimpallo tra le istituzioni». E insieme una denuncia e un appello la lettera aperta che le associazioni dei disabili invieranno oggi ai rappresentanti di Governo e Regioni. L’appello è perché si faccia presto.

E non rimandare l’approvazione dei nuovi elenchi delle protesi e degli ausili riconosciuti dallo Stato, il cosiddetto nomenclatore. Perché quello in vigore risale al 1999 e i malati devono accontentarsi di strumenti obsoleti, o pagare di tasca propria. La nuova bozza è pronta, ma la sua approvazione da parte della conferenza Stato Regioni pare tutt’altro che cosa fatta. Perciò i disabili hanno già annunciato che protesteranno con un presidio nel giorno della prossima riunione della conferenza, «per ricordare la dimensione della posta in palio a tutte le istituzioni in gioco». «Siamo preoccupati», è l’espressione che più volte ricorre nella lettera indirizzata al premier Silvio Berlusconi, al ministro del Welfare Maurizio Sacconi e ai rappresentanti delle Regioni, il governatore Vasco Errani e l’assessore emiliano alla Salute Enrico Rossi. «Nonostante parole incoraggianti», rilevano i rappresentanti dei disabili, la conferenza Stato-Regioni appare infatti ancora lontana dall’approvazione del Patto per la salute e dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), in cui sono contenuti i nuovi elenchi degli ausili e delle protesi. E in effetti, dopo l’ultima riunione, il 4 marzo, è emerso il nodo principale che blocca ogni decisione: «Il fabbisogno sanitario è sottostimato almeno di sette miliardi», secondo le Regioni.

Il ministero della Salute ha annunciato risposte in tempi rapidi, ma ha chiesto intanto di poter anticipare con decreto almeno l’approvazione dei Lea. Ed è qui che iniziano le preoccupazioni delle associazioni dei disabili. Se anche le Regioni acconsentissero ad accelerare i tempi, infatti, non è detto che tutto il contenuto dei Lea venga approvato subito, dal momento che lo stesso Sacconi ha parlato di «alcuni» livelli essenziali. Secondo le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni e riferite nell’appello dalle associazioni, per il momento potrebbero essere tagliati fuori proprio ausili e protesi. Non vi sarebbe ancora, infatti, «accordo sui prezzi e sulle modalità erogative» di quegli strumenti. La posta in palio è la fine di un’attesa che dura da dieci anni. Perciò diverse associazioni, quelle dei disabili, ma anche quelle degli operatori della riabilitazione, sono pronte a mobilitarsi. «Siamo spaventati dalla possibilità che si parli non di mesi, ma di anni – dice Pietro Barbieri, presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), promotrice dell’ultimo appello La garanzia di ausili appropriati è l’unica strada percorribile non solo perla dignità dei malati, ma anche per la loro autonomia e perla prevenzione di danni più gravi alla loro salute».

Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e presidente dell’associazione Coscioni, ricorda che «purtroppo negli ultimi anni di iniziative del genere ne abbiamo fatte diverse, e continueremo a farne: i malati non possono attendere oltre, i tempi della burocrazia ministeriale».