A Ferrara un registro del testamento biologico

I Radicali di Ferrara e l’Associazione Coscioni hanno raccolto 400 firme per chiedere l’istituzione a Ferrara di un registro telematico dei testamenti biologici, con la possibilità di chiedere il distacco da macchine che possano, ad esempio, tenere artificialmente in vita persone in stato vegetativo permanente e irreversibile.

Mario Zamorani dei Radicali di Ferrara, Sergio Alberti, capogruppo di Uniti per l’Ulivo-Sdi in Regione e Vittorio Antonelli, segretario provinciale del Pri hanno illustrato questa proposta, fatta propria dal gruppo dei Laici Riformisti, sostenuto appunto da socialisti, radicali e repubblicani. “Con Welby e Englaro – hanno dichiarato – vogliamo che tutti i cittadini siano liberi di scegliere se ricevere o rifiutare trattamenti medici che, in caso di incapacità mentale o incoscienza, li tengano attaccati a macchine che gettano acqua e alimenti nel loro corpo. Sosteniamo che le persone dovrebbero essere lasciate libere di decidere come e quando morire; altri, i sostenitori del disegno di legge oggi in discussione in Parlamento, invece vogliono limitare l`autodeterminazione dell’individuo, anzitutto con il divieto di sospendere "in ogni caso" l’alimentazione e l`idratazione artificiale. Da una parte la libertà di disporre della propria vita come meglio si crede, dall’altra l’impossibilità di decidere sul proprio corpo”. Nei prossimi giorni Enzo Durante e Deanna Marescotti, rispettivamente capogruppo dei Laici Riformisti in Comune e assessore della stessa formazione, formalizzeranno la proposta tecnica di delibera, dopo che alcuni giorni or sono le 400 firme sono state consegnate al presidente del Consiglio comunale. “Il testamento biologico, così come concepito dalla nostra proposta – hanno continuato Zamorani, Alberti e Antonelli – fu introdotto per legge negli Stati Uniti d’America già nel 1991, e rappresenta il documento con il quale ogni individuo può garantirsi il rispetto della propria volontà in materia di trattamento medico (somministrazione di farmaci, sostentamento vitale, rianimazione, idratazione e alimentazione artificiali) anche qualora non fosse più nelle condizioni di esprimersi. Tali dichiarazioni, secondo la nostra proposta, verranno poi trasmesse periodicamente ai Soggetti Istituzionali delegati per legge alla pubblicizzazione, come al Ministero del Lavoro, all’ARSAN, all’Assessorato Regionale alla Sanità, alla ASL competente e al medico di famiglia”. Sergio Alberti ha anticipato inoltre che presto presenterà analoga istanza in Regione al fine di allargare lo spettro di operatività della proposta.