“Fecondazione, incostituzionale il no alla ricerca”

la Repubblica
Michele Bocci

FIRENZE – Un altro attacco alla legge 40 sulla fecondazione assistita. L`ennesimo. Arriva da un giudice civile fiorentino, che sollevala questione di legittimità costituzionale del divieto di destinare alla ricerca scientifica gli embrioni che non vengono utilizzati per la procreazione perché malati o in sovrannumero. Le cellule che si ricavano da quegli embrioni sono studiate in tutto il mondo e anche in Italia, dove arrivano però da altri paesi proprio per le disposizioni della legge 40. Si tratta di un controsenso, che secondo il giudice fiorentino Patrizia Pompei, tra l`altro, è in contrasto con l`articolo 9 della Costituzione che promuove la ricerca scientifica quando questa sia collegata alla tutela della salute individuale o collettiva, che è tutelata dall`articolo 32. È la quinta volta che la legge finisce alla Consulta e sono decine le ordinanze dei giudici civili che hanno affrontato in questi anni i punti più spinosi della normativa come la diagnosi preimpianto, non più vietata, il numero massimo di embrioni che si possono generare o la fecondazione eterologa, su cui arriverà un`altra pronuncia della Corte Costituzionale. 
L`ultimo ricorso è partito da una coppia milanese affetta da una malattia genetica che si è rivolta al centro fiorentino Demetra ed è assistita dall`avvocato Gianni Baldini. Si tratta delle stesse persone che hanno portato alla pronuncia del 2009 della Corte Costituzionale che ha tolto l`obbligo di utilizzare solo tre embrioni e di impiantarli tutti. Spiega l`avvocato Baldini: «Il divieto di utilizzo di embrioni non più utili per la procreazione e destinati ad auto distruggersi per finalità costituzionalmente 
rilevanti quali la ricerca collegata alla tutela della salute degli stess i pazienti o della collettività risulterebbe del tutto illogico e irragionevole». La donna che ha fatto il ricorso con il marito sintetizza così la sua scelta: «È un gesto di responsabilità, solidarietà e civiltà. Che senso ha che i miei embrioni malati debbano essere conservati al freddo fino alla:morte? Perché non destinarli alla ricerca, perché siano utili a tutti i malati oggi incurabili?». 
La professoressa Elena Cattaneo, direttore centro di ricerca sulle staminali Unistem dell`università di Milano, spiega: «Usiamo cellule embrionali che arrivano da vari paesi del mondo ma non dal nostro. Siamo cioè in una condizione incoerente e imbarazzante. Da quelle cellule otteniamo neuroni simili a quelli del cervello che potrebbero rivelarsi utili per problemi gravi». 
Nello stesso procedimento è stata sollevata una questione di legittimità sul consenso informato. Secondo la legge 40 quando è stato creato l`embrione la donna non può tornare indietro revocando il consenso alla pma (la procreazione medicalmente assistita). La possibilità che una coppia cambi idea in questa fase è remota, ma la questione di principio è importante. La legge crea l`assurdo che quella donna che non vuole più il figlio debba comunque ricevere l`impianto e poi abortire. Il giudice ha ritenuto che questa situazione è contraria ai principi generali secondo i quali il consenso informato può essere revocato in qualsiasi momento.