Fecondazione, fai-da-te locale

Il Sole 24 Ore
Manuela Perrone

Aumentano le coppie che accedono alle tecniche di procreazione assistita: i nuovi nati, grazie alla Pma, sono il 2,2% del totale. Cresce l’età media delle donne, che nel 2010 si è attestata a 36,3 anni. E si ripropone anche in questo campo l’immagine di un’Italia spaccata in due, con tante coppie costrette a migrare dal Sud, dove le strutture sono di meno e spesso private, al Nord, dove abbondano i centri privati convenzionati.

La fotografia arriva dalla «Relazione statistica sulla procreazione medicalmente assistita» presentata la settimana scorsa dalla commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario, presieduta da Antonio Palagiano. E racconta uno spaccato del settore: il documento è infatti il risultato dell’analisi di 96 risposte su un totale di 351 centri del Registro nazionale Pma, pari al 27%.

II 46% dei questionari riguarda strutture del Nord-Ovest, il 23% di Sud e Isole, il 18% di Nond-Est e il 13% del Centro. È nel Mezzogiorno che si concentra il maggior numero di centri privati (7 su 16), mentre il privato convenzionato è presente soprattutto al Nord (in Lombardia ben 9 centri su dieci appartengono a questa tipologia). Non è una differenza da poco, considerando che, nel privato “puro”, le spese che le famiglie affrontano per le sole tecniche di fecondazione (escluso dunque quelle collegate alla gravidanza e al parto) vanno dai 3mila ai 4mila euro. Sono quasi 60mila cicli portati a termine nei 18 mesi presi in esame, da gennaio 2011 a giugno 2012, nei centri sondati: numero che autorizza a stimare in almeno 150mila cicli l’anno quelli completati sull’intero territorio nazionale.

Dato il gap geografico, non stupisce che più della metà sono stati effettuati tra Piemonte e Lombardia, seguiti dal Centro (20%) e, in coda, dal Sud (10%). Le donne che si sono sottoposte al trattamento sono 50.900, di cui 37322 erano residenti nella stessa Regione: più di un quarto ha invece dovuto spostarsi, la metà al Nord-Ovest. Qualche dato per capire la portata del fenomeno: il 39% dei cicli effettuati su siciliani viene fatto al Settentrione, soprattutto perché là è rimborsato dal Ssn. In un centro pubblico o convenzionato, la coppia spende in media 213 euro per un ciclo completo. Ma il costo totale del trattamento, dalla terapia riproduttiva al parto (con le eventuali complicanze annesse), ammonta in media a 12300 euro, con grandi variazioni: si va da un minimo di 6.900 euro in Emilia Romagna a un massimo di 15.600 euro in Lombardia. A colpire è però ancora di più la variabilità del rimborso, che oscilla da 928 euro a 3.547, molto probabilmente specchio di performance diverse di cui però – annota la commissione – «nessuno può controllare i risultati».

A richiamare più pazienti da altre Regioni è la Toscana (indice di attrattività pari al 113,3%), seguita dalla Val d’Aosta (61,9%), dal Friuli Venezia Giulia (48%), dall’Emilia Romagna (34,2%) e dalla Lombandia (31,8%). «Con questo tasso altissimo di mobilità passiva, tra l’altro in continua crescita – ha commentato il presidente della commissione – le Regioni del Nord continuano ad arricchirsi a spese delle Regioni più povere. L’unico modo per superarlo è inserire la riproduzione assistita all’interno dei Lea per rendere omogeneo su tutto il territorio tanto il servizio che il costo. Allo stesso modo – ha continuato Palagiano – sarebbe necessario prevedere un unico costo per il rimborso, valido in tutto il Paese, come avviene per le altre patologie». II “far west’ della provetta che si voleva combattere con la legge 40 è ancora là, più florido di prima.