Quando si dice eugenetica si pensa ai deliri razziali dei nazisti, sale un moto di sdegno e si chiude la questione con una condanna morale. Ma davvero l’etica metterà un freno al desiderio atavico dei genitori di avere “figli sani e belli”? Madri e padri del futuro rinuncerebbero al migliore dei nasi o al fisico atletico per i loro eredi se ve ne fosse la possibilità?
Oggi si ricorre alla diagnosi preimpianto quando si vuole evitare la trasmissione di malattie ereditarie: durante una procreazione assistita vengono selezionati attraverso l’analisi genetica gli embrioni sani da impiantare nell’utero. In alcuni Paesi, tra cui gli Stati Uniti, è legale scegliere il sesso del nascituro. Altro, per ora, non si fa. Ma un domani? La bellezza delle prossime generazioni potrebbe essere decisa a tavolino?
Un esperimento in Cina, mal riuscito, racconta di una manipolazione del Dna di alcuni embrioni umani (la pubblicazione, ad aprile scorso, su Protein and Cell). È il primo tentativo al mondo, per correggere un gene che provoca una patologia rara attraverso una tecnica scoperta di recente (CRISPR/ Cas9). Gli stessi autori si sono fermati, «pensiamo che sia ancora troppo presto», ma le riprovazioni sono culminate in una lettera di una schiera di scienziati per uno stop a questo tipo di studi, i cui effetti sarebbero imprevedibili.
E se i paletti medici e filosofici non fermassero le sperimentazioni e si arrivasse ai “nati su misura”? Geni modificati non solo per arrestare i mali ma per garantire la perfezione del corpo e della mente? I rischi sono quelli raccontati in Gattaca — La porta dell’universo, il film del 1997 di Andrew Niccol in cui la società appare dominata da una razza eletta, dal corredo genetico programmato in laboratorio, a discapito dei figli concepiti in modo naturale. Si tifa per Ethan Hawke, debole di cuore, che ce la farà nonostante il genoma difettoso a diventare astronauta e ad amare Uma Thurman.
Un appunto per l’uomo che verrà: l’imperfezione, a volte, è l’origine della magnificenza.
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L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.