«Ero dj Fabo, ora vorrei solo morire»

Fabiano Antoniani, conosciuto come "dj Fabo", con la fidanzata Valentina

«Signor Presidente della Repubblica, vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire. Ma ho scoperto di aver bisogno di aiuto».

Fabiano Antoniani si rivolge a Sergio Mattarella con un video. Due minuti in cui – attraverso la voce della sua fidanzata Valeria perché lui fa molta fatica a parlare – riassume la propria storia e chiede al capo dello Stato di «intervenire» perché si sblocchi la proposta di legge per legalizzare l’eutanasia. Perché da due anni «Dj Fabo» non anima più le notti danzanti di almeno due continenti, non si infanga sulle piste di motocross, né tratta affari da broker e assicuratore. A 39 anni è cieco e tetraplegico, «bloccato a letto immerso in una notte senza fine». Vorrebbe poter morire e per questo si è rivolto all’Associazione Luca Coscioni, impegnata «per la libertà di ricerca scientifica» e «per i diritti civili dei cittadini in ogni fase della loro vita».

Nelle parole e nei fotogrammi che oggi vengono indirizzati al Quirinale (e a tutta Italia) Fabiano Antoniani racconta due vite, quella che precede e quella che segue il terribile incidente automobilistico del 2014. «Sono sempre stato un ragazzo molto vivace. Un po’ ribelle, nella vita ho fatto di tutto – ricorda la voce di Valeria – ma la mia passione più grande è sempre stata la musica, suonare per gli altri mi faceva felice». Così diventa «Dj Fabo», e dopo il trasferimento in India riscuote un certo successo, in poco tempo riceve inviti dai locali dell’intero subcontinente. «Tutto questo con una persona speciale, Valeria, la mia ragazza – prosegue il videomessaggio – che ora mi presta la sua voce per rivolgermi a lei, signor Presidente, perché io faccio molta fatica a parlare».

Poi inizia il riassunto della seconda vita. «Il 13 giugno 2014 sono diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente in macchina. Non ho perso subito la speranza però. In questi anni ho provato a curarmi, anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora mi sento in gabbia. Non sono depresso, ma non vedo più e non mi muovo più». Fabiano Antoniani deve essere assistito in tutto, ha difficoltà nel deglutire e non riesce a fare praticamente nulla. Non ascolta nemmeno più la musica, perché si commuove troppo.

Di qui il desiderio di farla finita «senza soffrire». Al suo fianco c’è l’Associazione Luca Coscioni, che, come ricorda «Fabo» nel suo videomessaggio, «ha depositato in Parlamento una proposta di legge per legalizzare l’eutanasia, ma sono passati più di tre anni e non è stato deciso ancora niente». Proprio per questo si appella direttamente a Mattarella: «Signor Presidente, sappiamo che non spetta a lei approvare le leggi. Le chiediamo però di intervenire affinché una decisione sia presa. Per lasciare ciascuno libero di scegliere fino alla fine». E solo a quel punto – quando le immagini mostrano Antoniani immobile nel letto di casa e non più Antoniani scatenato in discoteca, in sella a una moto o abbronzato e sorridente accanto a Valeria – è la sua voce a pronunciare un faticoso «grazie Sergio».

Secondo l’Associazione Luca Coscioni, Fabiano Antoniani «continua la lotta di Welby ma da una posizione diversa: Piergiorgio Welby era una persona malata di Sla da molti anni, Fabo è un ragazzo che si è ritrovato cieco e tetraplegico, condizione rarissima al mondo, in seguito a un incidente». Quella vicenda, dopo dibattiti e polemiche che hanno diviso il Paese, si concluse nel dicembre 2006 con l’aiuto medico a morire organizzato da Marco Cappato, leader dell’Associazione Coscioni. Il tema dell’etanasia è poi tornato di dolorosa attualità con il caso di Eluana Englaro, morta nel 2009 in seguito all’interruzione della nutrizione artificiale dopo 17 anni in coma. Ora, ad accompagnare la discussione alla Camera della legge sul testamento biologico, è la «notte senza fine» di Dj Fabo.


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