Eluana – Viale: “Appello ai medici: E’ in gioco il nostro onore”.

Viale.JPG(Silvio Viale)

Silvio Viale, medico e dirigente radicale, della direzione dell’Associazione Luca Coscioni, riprende il senso dell’appello pubblicato nel 2007 su Micromega con il quale chiedeva ai medici di "autodenunciarsi, come in quello spot in cui tutti gli studenti rivendicano il profilattico in mano all’insegnante". Oggi chiede ai medici di schierarsi sul caso di Eluana Englaro per aggiungere la propria mano a quella del collega che interverrà in accordo con la famiglia.

Silvio Viale ha diffuso al seguente nota:

"Nel dicembre del 2006 dalle pagine di Micromega mi accingevo a chiedere ai medici italiani di dichiararsi disponibili ad aiutare Welby, ma l’inatteso intervento di Mario Riccio mi costrinse ad un più misurato appello per un’autodenuncia solidale. Come prevedibile, risolto il caso Welby, la cosa finì nel nulla e nemmeno il caso Nuvoli, che ottenne di morire per inanizione, scosse più di tanto la pletora dei medici italiani. Poi vennero le archiviazioni sia per Welby che per Nuvoli e la scoperta dell’amministratore di sostegno. Ora, dopo le sentenze sul caso di Eluana Englaro, è in gioco l’onore dei medici italiani. Chiunque sarà il collega che sarà chiamato ad aiutare Eluana ad avere il riconoscimento della morte anagrafica, dopo che quella reale è giunta da tempo è la cosa più giusta, dovrà sentire dietro la propria la mano dei medici italiani.

Nessun medico, in scienza e coscienza, può affermare che l’attività corticale di Eluana non sia completamente compromessa, come ha mostrato l’autopsia di Terri Schiavo. Dopo 15 anni di stato vegetativo il suo cervello pesava 625 g, cioè la metà di uno normale. Dal punto di vista della scienza in queste condizioni le funzioni cerebrali che presiedono alla coscienza sono irrimediabilmente assenti, dal punto di vista della coscienza, qualunque coscienza, è arduo ritenere che il suo beneficio sia quello di rimanere in quella condizione, soprattutto dopo che il tribunale ha accertato che Eluana non avrebbe voluto rimanere in quella condizione.

Se riferendomi al caso Welby, scrivevo allora che in fondo si trattava di un semplice caso di pratica medica, oggi debbo osservare che si tratti di semplice buon senso e che i medici italiani debbono dimostrare di non averlo perso. Faccio appello perché i medici aggiungano la propria mano, perché lo facciano i medici parlamentari, i medici noti e meno noti, i presidenti degli Ordini, i dirigenti dei sindacati medici, dichiarando in ogni occasione che dietro la mano del collega che interverrà ci sarà anche la propria. In tema di salute, di vita e di morte i medici non possono permettersi di sembrare meno sensibili dei magistrati."