Dubbi sulle pillole contraccettive Perché vengono prescritte senza limiti?

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Corriere.it
Adriana Bazzi

“Vite rovinate dalla pillola”: con questo titolo il quotidiano francese Le Monde ci è andato pesante, nel dicembre scorso, parlando, in un suo articolo, del caso di Marion Larat, una ragazza venticinquenne, oggi gravemente handicappata in seguito a un ictus che lei attribuisce all’uso di una pillola anticoncezionale di terza generazione.

Marion ha denunciato l’azienda produttrice, la tedesca Bayer, e ha raccolto testimonianze di altre persone danneggiate dall’uso dei nuovi contraccettivi ormonali di terza e quarta generazione.

Come Caroline C. che ha sofferto di un’embolia polmonare, ma si è ripresa senza conseguenze; come Adèle Bertrand, che, per la stessa malattia , è, invece, morta a 22 anni; come Théodora che a 17 anni ha avuto un destino simile.

Certo, Marion Larat (e forse le altre) soffriva di problemi alla coagulazione del sangue e per lei la pillola poteva essere pericolosa, ma spesso icontraccettivi ormonali vengono prescritti senza una richiesta di esami capaci di valutare la presenza di quelle anomalie della coagulazione del sangue che predispongono alla trombosi (uno degli effetti collaterali della pillola è appunto un aumento della coagulazione del sangue).

Ma facciamo un passo indietro. Quali sono questi contraccettivi di terza e quarta generazione e quali ormoni contengono?

I contraccettivi estro-progestinici esistono fin dagli anni Sessanta e contengono ormoni simili a quelli prodotti dalle ovaie (estrogeni e progestinici) e hanno lo scopo di bloccare l’ovulazione e quindi di mettere al riparo da gravidanze indesiderate.

Nei primi preparati le dosi di ormoni erano abbastanza alte, con un certo rischio di effetti collaterali che si sono ridotti con le pillole di seconda generazione (l’estrogeno è l’etinilestradiolo è il progestinico il levonorgestrel). Poi sono arrivati i contraccettivi di terza generazione che contengono sempre l’etinilestradiolo, ma differenti progestinici come il desogestrel e il gestodene. Quelle di quarta contengono il drospirenone, come progestinico.

Le pillole, dunque, sono cocktail di ormoni diversi con effetti collaterali diversi. Che sembrano più frequenti (almeno per quanto riguarda il rischio trombosi) per quelle di ultima generazione.

Almeno così hanno dimostrato alcuni studi. Uno danese pubblicato dal British Medical Journal nel 2011 (qui l’articolo che scrissi sul Corriere) che ha evidenziato come le pillole a base dei nuovi progestinici presentino un rischio doppio di tromboembolismo (cioè di formazione di coaguli di sangue nelle vene) rispetto ai vecchi preparati. Uno canadese pubblicato sul Canadian Medical Association Journal, sempre nel 2011, da cui si evince che le pillole contenenti drospirenone aumentano il rischio di trombosi venosa e di tromboembolismo.

Bene, i dati scientifici ci sono tutti, ma sono stati poco pubblicizzati e poco discussi.

Soltanto la Francia, in Europa, si è mossa anche se con provvedimenti un po’ confusi.

Il Ministro della Sanità Marisol Touraine ha annunciato all’inizio di gennaio la sospensione del rimborso per le pillole di terza generazione per marzo e l’agenzia per i farmaci francese ( ANSM) ha suggerito ai medici dinon prescrivere questi preparati come prima scelta come ha appena riferito il British Medical Journal.

Tutti questi prodotti sono presenti anche in Italia e vengono regolarmente prescritti e utilizzati dalle donne italiane. Ma l’Aifa (l’Agenzia Italiana per il farmaco) , interpellata dal Corriere su eventuali provvedimenti da prendere, al momento non ha dato risposte.

Il quotidiano francese Le Monde allora si è chiesto: come mai queste pillole di nuova generazione vengono prescritte senza limiti nonostante i dubbi sulla loro sicurezza sollevati dagli studi scientifici siano noti da molto tempo?

E ha dato una risposta con un’inchiesta pubblicata l’11 gennaio 2013:esistono troppi conflitti di interesse fra i ginecologi opinion leader, che si fanno promotori dell’uso delle nuove pillole e ottengono grant e finanziamenti per le loro attività di ricerca e di formazione per i medici, e le industrie produttrici, che in questo modo propagandano i loro prodotti. Senza preoccuparsi di studiare davvero il rapporto rischi-benefici della pillola.

Allora: la pillola è una delle maggiori conquiste della donna nel campo della sessualità e della procreazione consapevole, ma qual è la pillola giusta?

Quella di ultima generazione che potrebbe essere solo il prodotto di un’operazione di marketing o quella più vecchia e meno costosa che peròassolve il suo compito principale che è quello di garantire alla donna una sessualità senza l’incubo di gravidanze indesiderate e senza comprometterne la salute (anche se, non va nascosto, i rischi da pillola ci possono essere, ma vanno confrontati con i rischi di una gravidanza indesiderata o di eventuali aborti)?

abazzi@corriere.it