Droga, íl mercato corre sul web

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Il Sole 24 Ore
Rosanna Magnano

Continuare a tenere sotto controllo i problemi legati alle droghe già note, ma contemporaneamente trovare risposte alle sfide e alle minacce nuove, come le sempre più diffuse «droghe legali», prodotte nei Paesi asiatici e smerciate nei negozi online.

Rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri per cercare di ottimizzare le risposte in un contesto di crisi economica generale e progressiva riduzione dei fondi. Il tutto nel rispetto dei diritti umani e rafforzando le sinergie tra le attività nel campo della droga e questioni più vaste correlate alla sicurezza e alla Sanità, nelle quali la droga è soltanto una delle componenti – come la prevenzione dell’Hiv o la lotta contro la criminalità organizzata.

Sono le linee della strategia Ue post-2013 contro le droghe, ancora in fase di sviluppo. Componente fondamentale di questa battaglia, che ha raggiunto non pochi traguardi è il monitoraggio continuo di offerta e domanda.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze, eroina e cocaina continuano a essere responsabili di gran parte dei danni, della morbilità e della mortalità legati al consumo di droga in Europa, ma è necessario potenziare la capacità dell’Europa di individuare e reagire alle sfide poste da un mercato della droga sempre più complesso e dinamico.

Basandosi su un’ampia gamma di fonti diverse, tra cui l’indicatore della domanda di trattamento e i registri nazionali relativi alla terapia sostituiva per la dipendenza da oppioidi, si può stimare che almeno 1,1 milioni di persone abbiano ricevuto il trattamento per il consumo di sostanze illecite nell’Unione europea, in Croazia, Turchia e Norvegia nel corso del 2010. Mentre più della metà di questi pazienti ha seguito la terapia sostitutiva per la dipendenza da oppioidi, un numero significativo di persone ha ricevuto altre forme di trattamento per i problemi correlati al consumo di oppioidi, stimolanti, cannabis e altre sostanze stupefacenti illecite. Tale stima relativa al trattamento della tossicodipendenza in Europa, nonostante debba essere precisata e rifinita, suggerisce un significativo livello di erogazione del trattamento, almeno per quanto riguarda i consumatori di oppioidi. «Questa è la conseguenza di un importante ampliamento dei servizi ambulatoriali specializzati – sottolinea il Report – nel corso degli ultimi vent’anni, avvenuto con un coinvolgimento significativo del servizio sanitario primario, servizi di igiene mentale generali, operatori di servizi di assistenza e a bassa soglia».

Per quanto riguarda il trattamento ambulatoriale, sono disponibili informazioni su circa 400.000 consumatori di droga che hanno iniziato il trattamento specializzato in regime ambulatoriale durante il 2010.
Circa la metà delle persone che si sottopongono al trattamento per la prima volta (48%) segnala gli oppioidi, in particolare l’eroina, come droga primaria, mentre il 27% segnala la cannabis, il 17% la cocaina e il 4% sostanze stimolanti diverse dalla cocaina.

II percorso più comune per curare la dipendenza consiste nell’optare spontaneamente per il trattamento (35%), seguito dalla scelta di rivolgersi ai servizi sociali o sanitari (29%); inoltre vi sono i soggetti affidati alle cure sanitarie dalle autorità giudiziarie (20%). La percentuale restante dei pazienti si avvicina al trattamento tramite la famiglia, gli amici e le reti informali.
I consumatori di droga che entrano in terapia ambulatoriale hanno, in media, 31 anni. In questo gruppo, i maschi sono quattro volte più numerosi rispetto alle donne. Per i pazienti ricoverati, sono disponibili dati per circa 50.000 consumatori di droga che hanno iniziato la terapia presso strutture ospedaliere in Europa durante il 2010. La metà dei pazienti ha citato gli oppioidi come droga principale (48%), seguita da cannabis (16%), amfetamine e stimolanti diversi dalla cocaina (13%) e cocaina (6%). La maggioranza dei pazienti ospedalizzati è di sesso maschile, con un’età media di 31 anni e un rapporto uomo-donna di 3:1.

Le istituzioni pubbliche sono i principali erogatori di terapie di disintossicazione in 22 Paesi, mentre il settore privato è il principale erogatore a Cipro e Lussemburgo e secondo in altri 12 Paesi. Le organizzazioni non goverative sono i maggiori erogatori nei Paesi Bassi e si piazzano al secondo posto in altri otto Paesi. Gli esperti nazionali reputano che la disintossicazione sia disponibile per quasi tutti i pazienti che la richiedono in 12 Paesi e per la maggioranza di quanti la richiedono in altri nove.

Nonostante i progressi nella presa in carico della tossicodipendenza, la droga continua però a uccidere, anche se sempre di meno. Le stime più recenti indicano che nel 2010 vi sono stati circa 7.000 decessi indotti da overdose o da stupefacenti negli Stati membri dell’Ue e in Norvegia, il che indica un calo rispetto agli oltre 7.600 casi riferiti nel 2009. Tra le cause di morte connesse all’uso di droghe c’è anche l’ Hiv: 1.830 persone sono decedute nell’Ue nel 2009 a causa dell’infezione da Hiv/Aids contratta in seguito al consumo di stupefacenti. Anche la mortalità da Hiv è in calo fra i tossicodipendenti.

Ora però il nuovo nemico viaggia sul web. Sono le «droghe legali» provenienti prevalentemente da Cina e India. Tra il 2005 e il 2011, sono state ufficialmente notificate 164 nuove sostanze psicoattive attraverso il sistema Ue di allarme rapido. Nel 2011, per il terzo anno consecutivo, è stato rilevato per la prima volta in Europa il numero più alto di sostanze (49), da 41 sostanze nel 2010 a 24 nel 2009. Questo marcato aumento di sostanze notificate si presenta nel contesto di quel fenomeno in continuo sviluppo dei «legal highs» o «droghe legali», che si riflette sia nel numero delle sostanze lanciate sul mercato europeo degli stupefacenti, sia in una migliore capacità di segnalazione da parte dei sistemi di allarme rapido nazionali. Il numero di negozi online che offrono ai consumatori in almeno uno Stato membro dell’Ue sostanze psicoattive o prodotti che possano contenerli è in continuo aumento. Nello studio istantaneo del gennaio del 2012, sono stati individuati 693 negozi online, in aumento rispetto ai 314 del gennaio del 2011 e ai 170 del gennaio del 2010. Tre prodotti naturali – laatom, salvia e funghi allucinogeni – continuano a essere le «droghe legali» più frequentemente offerte online, seguite da otto sostanze sintetiche, la cui disponibilità è aumentata nel corso del 2011.