Disabili in ospedale, ecco la Carta dei diritti

Avvenire
Paola Simonetti

Roma . La dignità umana è preesistente a qualunque condizione dell’individuo. Nasce ancor prima del diritto. Eppure, non può esserci vera dignità senza rispetto dei diritti fondamentali, soprattutto quando si è malati. Parte da questo assunto la battaglia contro le discriminazioni delle persone con disabilità da parte della cooperativa sociale “Spes contra spem”, che ieri nella sede del Policlinico Gemelli di Roma ha presentato la prima Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale; cittadini, questi, che usufruiscono delle strutture ospedaliere il doppio delle volte rispetto agli altri, ma nella maggior parte dei casi non trovano in corsia percorsi di cura adeguati e un ascolto mirato. Così è stato per Tiziana, una “ragazza” di Casablu, una delle due case famiglia di “Spes contra Spem” che muore in ospedale nove anni fa. Né ai parenti, né agli operatori di Casablu è consentito assisterla. Muore «sola e inascoltata, in uno stato di trascuratezza e desolazione — ricorda la cooperativa sociale promotrice della Carta —. Si ammala di polmonite, perché nessuno sa intendere la sua richiesta di chiudere la finestra e abbassare l’aria condizionata.ATiziana è stato sottratto il diritto all’ascolto». I 14 articoli della Carta hanno il loro Prima del genere in Italia, è stata presentata ieri al Policlinico “Gemelli” di Roma da una cooperativa sociale seme nella «Carta europea dei diritti del malato» per sottolineare che non esistono diritti speciali per le persone con disabilità, ma che certamente le loro esigenze hanno bisogno di strumenti dedicati.Accesso a cure e strutture sanitarie, alti standard delle terapie, sicurezza, risarcimento, ma anche informazione, privacy e, soprattutto, diritto all’assistenza di familiari e persone vicine al disabile, spesso le sole figure in grado di tradurre i bisogni, i disagi del malato. La Carta è stata già ufficialmente adottata proprio dal Policlinico Gemelli che la vede come una sfida: «La Carta è stimolo per dare maggiore significato alla cura — ha dichiarato Maria Luisa Di Pietro, docente di Medicina legale alla Cattolica —. Il linguaggio del diritto è una conquista, ma denuncia il “silenzio dei doveri”». La Carta sarà sottoposta al mondo sanitario, all’associazionismo, alla cooperazione sociale, alla dirigenza politica e amministrativa del sistema sanitario nazionale e regionale e all’opinione pubblica, con l’intento anche di rilanciare formazione specifica e percorsi assistenziali dedicati alle persone disabili.