Dieci mesi per l’addio agli Opg

Il Sole 24 Ore Sanità
Manuela Perrone

Gli ospedali psichiatrici giudiziari resteranno aperti ancora altri dieci mesi: lo smantellamento, inizialmente fissato al 1 aprile 2013 dalla legge 9/2012, si è rivelato impraticabile. E il decreto Balduzzi, convertito in legge la scorsa settimana, ha preso atto della realtà, prorogando la chiusura al 1 aprile 2014. Rispetto alla versione iniziale del DI, gli emendamenti apportati dal Parlamento (tre, da ultimo, alla Camera) vanno nella direzione di rafforzare il percorso verso l’addio. L’anno e mezzo trascorso dal varo della legge 9 ha mostrato tutte le criticità del processo: l’inerzia di molte Regioni, l’incapacità di tante Asl nel mettere a punto i progetti di riabilitazione personalizzati per gli oltre mille internati attuali: la difficoltà di individuare le nuove strutture sanitarie che dovrebbero ospitare in futuro i destinatari di misure di sicurezza. Cosa prevede ora la legge? Intanto, nei programmi di utilizzo delle risorse che vanno approvati dal ministero della Salute (ma sono scomparsi i termini entro cui devono essere inviati), le Regioni devono definire «prioritariamente tempi certi e impegni precisi» per il superamento degli Opg, «prevedendo la dimissione di tutte le persone internate per le quali l’autorità giudiziaria abbia già escluso o escluda la sussistenza della pericolosità sociale, con l’obbligo per le aziende sanitarie locali di presa in carico all’interno di progetti terapeutico-riabilitativi individuali che assicurino il diritto alle cure e al reinserimento sociale, nonché a favorire l’esecuzione di misure di sicurezza alternative al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o all’assegnazione a casa di cura e custodia». In secondo luogo, entro il 30 novembre i ministri di Salute e Giustizia devono comunicare alle commissioni parlamentari lo stato di attuazione dei programmi regionali e in particolare «il grado di effettiva presa in carico dei malati da parte dei Dipartimenti di salute mentale e del conseguente avvio dei programmi di cura e di reinserimento sociale». E rimasta intatta la previsione che, in caso di inadempienza da parte delle Regioni, il Governo potrà provvedere «in via sostitutiva» nominando, sentita la Conferenza Stato-Regioni, un commissario unico per tutte le amministrazioni “pigre”. «Ritardi e rinvii non sono più tollerabili», ha commentato il Comitato StopOpg, critico sulle strutture alternative agli Opg: «Rischiamo di ritrovarci con tanti piccoli manicomi regionali». StopOpg ha chiesto alla ministra Lorenzin un incontro urgente. E continua il suo “Viaggio con Marco Cavallo” per chiedere centri di salute mentale aperti 24 ore. Concluse le tappe di maggio (Brescia, Castiglione delle Stiviere e Reggio Emilia), si preparano quelle di ottobre a Barcellona Pozzo di Gotto, Napoli, Avena, Roma e Montelupo Fiorentino. In nome di quella legge 180 che «rese migliore l’Italia».