Cure frettolose per l’Alzheimer

Corriere della Sera- Salute
Roberto Satolli

Si punta oggi a cercare cure contro l’Alzheimer che agiscano prima che i danni al cervello siano evidenti. L’intenzione è ottima. I farmaci oggi in uso fanno poco o nulla proprio perché quando si arriva alla demenza i guasti sono ormai irreparabili, e non c’è dubbio che sarebbe molto meglio riuscire ad impedire che ciò avvenga. Come spesso accade quando si tratta di malattie che fanno paura la speranza di un rimedio fa però dimenticare l’altra faccia della medaglia. Per vedere se la cura preventiva funziona occorre provarla su persone che stanno ancora bene, ma per non dover aspettare decenni bisognerebbe disporre di indicatori indiretti ma attendibili dei danni al cervello, che però non sono ancora stati messi a punto. In mancanza di ciò, la Food and Drug Administration, l’organismo federale americano che autorizza le novità farmaceutiche, ha proposto di «abbassare l’asticella» delle prove necessarie per approvare un nuovo rimedio contro l’Alzheimer, accontentandosi di verificare miglioramenti (o non peggioramenti) anche molto sfumati nella soluzione di test cognitivi, senza pretendere di dimostrare che le cose vadano davvero meglio nelle funzioni della vita quotidiana La proposta della Fda, aperta ai commenti pubblici, sta raccogliendo molte critiche, soprattutto per il rischio che si arrivi in questo modo ad approvare nuovi farmaci che in realtà producono ancor meno vantaggi di quelli già in commercio, a fronte di effetti collaterali che possono essere anche molto gravi, soprattutto per cure destinate a durare molti anni. La prospettiva più inquietante è però un’altra: le cure precoci, una volta approvate, dovrebbero essere usate da poveri diavoli come me, che magari dimenticano i nomi di persone che conoscono e devono annotarsi tutti i pin, le password e le cose da fare, ma che per il resto stanno e funzionano benissimo. Per fortuna, incrociando le dita, non tutti i miei simili sono destinati ad avere prima o poi l’Alzheimer, anzi la maggior parte non ne mostrerà mai traccia. Siccome non c’è modo di saperlo prima, si rischia il danno e la beffa: prendere per anni medicine che forse non fanno nulla, e quasi sicuramente fanno male, e di cui la maggioranza non ha alcun bisogno.