CLONAZIONE, PARADOSSO DELLA VITA (La Nazione)

<b>23 Gennaio 2003</b> – SIENA – La clonazione umana, questo il tema affrontato da Mauro Barni, vicepresidente nazionale della commissione di Bioetica, invitato al Rotary Est dal presidente Carlo Ricci. Reduce da una riunione col ministro Sirchia, a seguito della presunta nascita di una bambina clonata da parte di scienziati della setta Raeliana, Barni ha fatto il punto della situazione.
«La clonazione umana è un tema attualizzato dalle notizie di stampa ma con scarso fondamento probatorio. Non c'è poi stata nessuna conferma scientifica attraverso l'esame del Dna. A parte la sensazionalità di questo episodio, la clonazione umana è un fatto possibile, come è stato possibile far nascere la pecora Dolly. Al di là della valutazione che sia giusto o meno arrivare a clonare esseri umani, credo che comunque ci arriveremo. Impossibile frenare l'irresistibile tentazione della scienza di oltrepassare queste frontiere».

Barni ha poi proseguito citando Cosimo Massoni, un giurista docente alla nostra facoltà di Economia, che definisce la clonazione il paradosso della vita. La clonazione altro non è che la generazione multipla di esseri umani assolutamente identici. «Ma ci sono molti risvolti morali – ha aggiunto Barni – Si possono clonare organismi complessi ma anche solo parti di organismi, che possono essere organi o singole cellule. E' questo il settore più importante, superando l'illusione faustiana di replicare un genio da un genio, un atleta da un altro atleta. Sono argomenti che riecheggiano tentazioni razziste. E' dimostrata la scarsa vitalità dei soggetti clonati, perché nati da cellule già adulte, con un corredo genomico che ha subito le inevitabili battaglie della vita. Pesa su questi soggetti un determinismo genetico che può portare ad aberrazioni. L'Italia ha già una legge contro la clonazione, ma il legislatore si è scordato di fissare i termini della pena. Siamo un Paese ancora immerso in un'infanzia giuridica e legislativa».