Sull’uso (o l’abuso) dei fondi alla ricerca il Miur farà «chiarezza». A ribadirlo è stato ieri il ministro Francesco Profumo durante l’audizione in commissione Istruzione della Camera convocata dopo le anticipazioni di stampa e televisioni sul presunto sperpero di fmanziamenti pubblici all’innovazione e sul progetto multi-mediale “Pillole del sapere”. Sul primo punto è già in atto un’ispezione del Mef; sul secondo verrà istituita a breve una commissione indipendente. Dopodiché partiranno «le azioni conseguenti». Profumo ha innanzitutto sottolineato che «qualsiasi eventuale anomalia di funzionamento dell’Amministrazione o presunto cattivo uso del denaro pubblico debba trovare una risposta tempestiva da parte delle istituzioni competenti, in termini di trasparenza e chiarezza». Facendo poi il punto sulle iniziative in cantiere sui due filoni che hanno occupato la cronaca dei giorni scorsi: il dossier anonimo sulle irregolarità nella gestione dei fondi alla ricerca e l’acquisto delle “Pillole del sapere”. Sui contributi pubblici in R&S il ministro ha ricordato di avere chiesto, già sabato scorso, alla Ragioneria Generale dello Stato «di disporre con immediatezza un’indagine amministrativo-contabile, da parte dei Servizi Ispettivi di Finanza pubblica, sulle modalità digestione delle risorse finanziarie nazionali e comunitarie dal 2008 ad oggi». Un gruppo di tecnici che, ha spiegato l’ex rettore del Politecnico di Torino, ha «tra i propri obblighi, ad esito dell’azione ispettiva, quello di segnalare alla magistratura contabile e penale le eventuali irregolarità rinvenute». Per Profumo l’azione di contrasto agli eventuali illeciti non si fermerà qui. Ma passerà anche dal «rafforzamento della Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca, anche attraverso l’assegnazione alla stessa di una congrua parte dei nuovi funzionari che entreranno in servizio nel prossimo mese di dicembre». Un potenziamento non solo organizzativo ma anche operativo. Con un occhio di riguardo «sia alla sostanza che alla forma delle procedure». Non escludendo di emettere delle direttive specifiche una volta portata a termine l’analisi delle procedure amministrative fin qui utilizzato che il Miur ha a sua volta avviato. Accertamenti amministrativi sono in corso anche sull’altro “capo di imputazione”: il procedimento relativo all’acquisizione dei citati contenuti multimediali didattici citati (le “Pillole del sapere”). Nel ricordare che il loro reperimento sul mercato ha coinvolto anche l’ex Ansas (oggi, Indire) e la Consip, Profumo ha annunciato di voler istituire «una Commissione indipendente composta da membri autorevoli appartenenti a diverse istituzioni, affmché la stessa possa operare un’accurata due diligence». Sul costo di produzione delle “Pillole del sapere” e sul loro valore commerciale si pronunceranno poi un esperto nominato dal presidente del tribunale di Roma e quello nominato dal ministro stesso. Che ha concluso il suo intervento definendo l’audizione di ieri solo «l’avvio di un confronto» a cui altri ne seguiranno nei prossimi giorni. Un appello alla «trasparenza» e alla «chiarezza» è giunto anche dalla presidente della commissione Istruzione, Manuela Ghizzoni (Pd) specie «ora che vengono chiesti ulteriori sacrifici ai cittadini e alle cittadine». Da qui la sua richiesta di farne «l’elemento guida anche in merito alle nomine dei tecnici preposti a valutare i progetti ed esprimere pareri vincolanti. Magari sdoganando una valutazione collegata al raggiungimento degli obiettivi.
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