Cento: Il tavolo dei ministri? Solo un luogo di compromessi

di L. Sal.
ROMA -«Il rischio è quello di trasformare la commissione in un luogo del compromesso politico, in uno sterile esercizio di equilibrismo dove si dà ragione una volta a Mussi, una volta alla componente cattolica, una volta si prova a darla a tutti e due e così via. Il tutto senza prendere mai una decisione vera».

Anche adesso che siede sulla poltrona di sottosegretario all’Economia, il verde Paolo Cento continua a seguire con passione i temi che hanno a che fare con la bioetica, dalla fecondazione assistita alla ricerca sulle cellule staminali. E ha un timore.

Quale?

«Che la commissione si sovrapponga e tolga spazio al luogo dove queste cose dovrebbero essere discusse davvero e cioè il Parlamento. Intendiamoci, la commissione è un tentativo per trovare un punto di sintesi all’interno del centrosinistra. Ma su questo tema non possiamo limitarci alla mediazione».

Dice mediazione ma pensa cerchiobottismo?

«Mi sembra un po’ presto per usare parole così pesanti, siamo ancora alle primissime riunioni. Mediazione, non possiamo limitarci alle mediazione».

Non a caso per guidarla è stato scelto Giuliano Amato, che nell’arte della mediazione è tra i più bravi. Va bene per quel ruolo?

«Sì, è una persona di grande autorevolezza ma a patto che non si limiti a usare il bilancino. La commissione deve essere un luogo di garanzia, in cui tutte le anime del centrosinistra possono far sentire la loro voce. Ma poi bisogna discuterne in Parlamento, visto che questi temi attraversano trasversalmente non solo il centrosinistra ma anche il centrodestra. È qui che dobbiamo fondere le ragioni dei cattolici con quelle dei laici. E sono sicuro che lo spazio per introdurre modifiche condivise c’è tutto».