Cause della Sla: un importante passo in avanti

SLAScoperto un meccanismo che provoca la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica): l’annuncio è stato dato nei giorni scorsi dai componenti della Commissione Medico-Scientifica della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) che si occupa di questa malattia, nel corso di una conferenza stampa presieduta dal presidente della Federazione Giancarlo Abete, nella sala del Consiglio federale

I componenti della Commissione Medico-Scientifica della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) che si occupa di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) hanno comunicato che è stato scoperto un meccanismo, o uno dei meccanismi, che provoca questa malattia.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori italiani guidati da Mario Sabatelli, neurologo e responsabile del Centro SLA del PoliclinicoGemelli di Roma, è stato pubblicato sulla rivista medica internazionale Human Molecular Genetics. «Conosciamo questa malattia da 150 anni – ha sottolineato Sabatelli – ma non sappiamo cosa la provochi. Andando a studiare i geni predisponenti, abbiamo individuato il meccanismo o uno dei meccanismi legati alla SLA, ovvero la mutazione genetica del recettore dell’acetilcolina. Resta da individuare quale interazione inneschi il processo degenerativo delle cellule nervose». «Abbiamo individuato i difetti genetici – ha aggiunto Paolo Zeppilli, coordinatore della Commissione federale – e come agiscono: ora sappiamo dove andare a cercare. Ci sono grandi prospettive, anche se non ci impiegheremo poco tempo». Dietro a questa scoperta c’è il lavoro di 23 persone – in tre anni -, con la spinta decisiva della Commissione federale, istituita solo otto mesi fa, e soprattutto del contributo economico della FIGC con un budget complessivo di 250mila euro. Lo studio ha riguardato 245 pazienti affetti da SLA e sarà ripetuto su animali-cavie per arrivare a una terapia. «Questa ricerca – ha spiegato ancora Zeppilli – ci ha permesso di trovare un modello reale, fino ad oggi solo teorico, di interazione tra fattori genetici predisponenti e ambiente nella SLA. I recettori neurologici possono essere, infatti, bersaglio di numerose sostanze ambientali, come nicotina, pesticidi e tossine batteriche.

Il calcio non fa venire la SLA, serve una forte predisposizione genetica e un’interazione con l’ambiente». Il futuro appare più roseo, dunque. Un punto di partenza importante, con la FIGC intenzionata a continuare nel finanziamento della ricerca, che necessita di ulteriori passi. «Siamo solo al primo piano – ha concluso Zeppilli -. Abbiamo dimostrato l’interazione tra ambiente e genetica, ora dobbiamo replicare lo studio, creare un modello sperimentale su animali-cavie e infine trovare una terapia farmacologica per rallentare, fermare o addirittura far regredire la malattia. La strada è ancora lunga, ma oggi è una giornata che segna una svolta rilevante». Lo studio condotto da Sabatelli non è ancora in grado di escludere che l’abuso di farmaci possa interagire sui recettori, così come accade con la nicotina; però un punto è chiaro, come ha ricordato Mario Melazzini, direttore del Day Hospital Oncologico dell’IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia e presidente dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica): «Non è vero che la percentuale di calciatori colpita da SLA sia la più alta in assoluto, le categorie più toccate dalla malattia sono quelle degli agricoltori e dei meccanici saldatori. Questa scoperta, comunque, può essere una svolta epocale: ora bisogna fare presto, anche se nella ricerca pochi anni equivalgono a giorni. Grazie al calcio e alla FIGC abbiamo raggiunto i primi risultati, ora dobbiamo utilizzare il calcio come volano per stimolare la ricerca». «Abbiamo compiuto un altro passo lungo il cammino che ci porterà alla sconfitta della SLA – ha concluso Melazzini -. Grazie a questa scoperta le speranze si fanno più concrete. Il reale contributo assicurato alla ricerca dalla FIGC, e in particolare dalla Commissione Scientifica coordinata da Paolo Zeppilli, è davvero molto importante».