Cannabis: (neo) istruzioni per l’uso

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Filomena Gallo

Riceviamo questa lettera dall’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e la pubblichiamo volentieri perché detta le istruzioni per utilizzare la cannabis a scopo terapeutico a costi ragionevoli. Un obiettivo ancora difficile, in Italia, nonostante la procedura sia del tutto legale. La redazione

La testimonianza pubblicata sull’ultimo numero di Marie Claireè la classica storia di un paziente che in Italia voglia curarsi con i farmaci cannabinoidi. Ritroviamo tutti gli elementi ricorrenti: una malattia cronica e resistente a ogni tipo di terapia analgesica tradizionale (di cui si sperimentano più gli effetti collaterali che i benefici); la “scoperta” della cannabis tramite canali non medici: amici, internet, ecc; l’approvvigionamento iniziale al mercato nero; un tentativo di auto-coltivazione finito male; il dover fronteggiare prima la paura di avere a che fare con il mercato illegale, poi dei costi inaccessibili per una fornitura legale in farmacia.

In Italia l’uso in terapia del Thc (il principale principio attivo della cannabis) è consentito dal 2007, ma nonostante siano passati quasi sette anni ad oggi è molto difficile per i pazienti italiani avere accesso a tale terapia. Le cause sono riconducibili sostanzialmente a tre ordini di ragione: un iter burocratico molto farraginoso, la disinformazione di medici e farmacisti, e i costi elevati. La signora ha avuto la fortuna di incontrare un medico, un neurologo, che era a conoscenza delle evidenze scientifiche circa i benefici della cannabis sulla sua patologia, superando così quello che per molti pazienti è un ostacolo inaggirabile: trovare un medico disponibile a prescrivere farmaci cannabinoidi.

La signora ha spiegato, però, che il suo problema ora è quello del prezzo di questo farmaco, che arriva a costarle circa 35-40 euro al grammo, e – considerando che un grammo le basta per tre giorni – si tratta di una spesa molto onerosa per qualsiasi paziente. Da questo dato deduciamo che la paziente si rifornisce attraverso i normali canali distributivi italiani, come reso possibile da un decreto del Ministro della Salute Balduzzi dello scorso anno. Tale decreto ha reso possibile l’approvvigionamento direttamente in Italia, senza passare attraverso le lungaggini dell’iter di importazione del farmaco dall’estero, ma ha avuto come effetto un incremento del costo del farmaco fino al 500%. In questo caso il paziente, ottenuta la prescrizione medica (da parte di un qualsiasi medico, persino il medico di famiglia), non deve far altro che recarsi in farmacia e acquistare il farmaco. Il farmacista a sua volta acquisterà la cannabis da uno dei grossisti italiani autorizzati ad importarla dall’azienda olandeseBedrocan. La questione però è che tutti questi passaggi: azienda olandese- grossista italiano- farmacia italiana, fanno lievitare i prezzi: gli 8 euro al grammo, prezzo di vendita della Bedrocan al grossista italiano, diventano 20 nel passaggio grossista-farmacia, e diventano 35-40 per l’ulteriore ricarico applicato dalla farmacia.

La soluzione che possiamo suggerire alla paziente è quella di seguire il canale dell’importazione direttamente dall’estero, che sebbene presenti un iter più complesso, le permetterebbe di ottenere il farmaco al prezzo di vendita dell’azienda olandese: circa 7-8 euro al grammo. In questo caso la paziente dovrà presentare la ricetta medica, accompagnata dal modulo di richiesta di autorizzazione all’importazione firmato dal suo medico (disponibile sul sito del Ministero della Salute, e anche su quello dell’associazione Luca Coscioni), presso la farmacia ospedaliera della sua Asl di competenza. La Asl non le garantirà la mutuabilità del farmaco (se abbiamo capito bene dalla storia la signora risiede nel Lazio, dove al momento non vi è una legge regionale che prevede la rimborsabilità dei cannabinoidi, come invece avviene in altre regioni), ma farà semplicemente da tramite fra lei e l’azienda olandese, permettendole, quindi un prezzo nettamente inferiore a quello dei normali canali distributivi italiani. La pratica, però, richiede tempi più lunghi: circa un mese. E questo ci fa capire quanta strada c’è ancora da fare per garantire il diritto alla cura dei pazienti che necessitano di cannabinoidi.

In un tale scenario anche un’attività di semplice informazione può fare molto, ed è quanto come associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ci proponiamo di fare: da alcune settimane, infatti, è disponibile sul nostro sito internet, nella sezione “Soccorso civile”, del materiale dettagliato – relativo alle procedure di importazione, ai costi, ai tempi, alle modalità di prescrizione curato da Antonella Soldo e supportato da un servizio di informazione tramite mail.