Cannabis di Stato cure ancora negate. Il flop in Sicilia per uso medicale

Da più parti però si parla di flop, anzi di “floppissimo”, ma ci sono anche alcuni che attendono con fiducia un segnale da parte della Regione affinché quella generica dichiarazione di intenti possa tramutarsi in un dato di fatto. Concreto.

«Siamo in attesa di un segnale. Basta con le chiacchiere. Ci vogliono i fatti – sottolinea Francesca Picone, responsabile del Sert dell’Asp di Palermo – da due anni siamo in attesa di poter introdurre anche in Sicilia la cannabis terapeutica e sembra che tutto si sia fermato soltanto a qualche proclama. Attendiamo fiduciosi ma dobbiamo stare anche attenti ai nostri giovani. Quando vado nelle scuole per le lezioni di educazione alla salute e parlo di cannabis, ai ragazzi si illuminano gli occhi. Io li metto in guardia dicendo che la cannabis terapeutica è una cosa e gli spinelli sono un altro genere di cose».

È tutto vero. A livello nazionale e regionale i pareri contrari giungono proprio dai responsabili dei vari Sert che hanno criticato la decisione dei vari governi regionali come, se volessero anche dare il via libera alla legalizzazione della cannabis anche per uso ricreativo. Ed un ultimo passaggio non deve essere sottovalutato. Una volta che lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, dove si stanno predisponendo i flaconcini con la marijuana medicale avrà inviato agli ospedali gli stock richiesti, i farmacisti dovranno predisporre il prodotto galenico da somministrare ai pazienti. Quanti sono in grado oggi, nei nostri ospedali, di saperli preparare?Qualche esperto dice che sono pochissimi. Quindi, anche per loro, prima che si aggiunge ritardo al ritardo, dovranno sottoporsi a specifici corsi di formazione, altrimenti al flop si aggiungerà anche la brutta figura. I malati siciliani non si meritano questo.