Bologna: stop imprevisto al registro

La segreteria generale di Palazzo D’Accursio boccia la proposta con un parere giuridico negativo. Anzitutto, come riferisce la Rete Laica a cui il parere e’ stato inviato, "il Comune puo’ istituire un registro purche’ non all’anagrafe e senza ritirare i testamenti biologici, ma limitandosi a registrare presso quali notai e fiduciari sono stati depositati";

e se e’ vero che la "redazione di un testamento biologico ha valore giuridico, in assenza di una legge nazionale e regionale in materia", lo e’ altrettanto che servira’ il via libera del Garante dalle Privacy. "Il Comune- e’ l’indicazione della Segreteria generale- potrebbe ritirare i testamenti biologici solo dopo formale autorizzazione da parte del Garante della Privacy, in quanto i testamenti conterrebbero indicazioni ‘sensibili’ quali le convinzioni religiose". Una serie di paletti che vengono letti dai promotori come un "giudizio politico" nei confronti della proposta. Rete Laica di Bologna attacca la Segreteria Generale del Comune: ”Secondo il regolamento, e’ tenuta a dare un parere di legittimita’ sulle proposte avanzate e nient’altro, ma nell’allegare anche un parere giuridico ci sembra che sia sconfinata nel giudizio politico”, ha spiegato in una nota il portavoce Maurizio Cecconi. Per Cecconi, infatti, ”i punti cardine del parere giuridico della Segreteria Generale sono: la normativa vigente non permetterebbe la creazione del registro presso l’Anagrafe; la redazione di un testamento biologico ha valore giuridico, in assenza di una legge nazionale e regionale in materia; il Comune puo’ istituire un registro purche’ non all’Anagrafe e senza ritirare i testamenti biologici, ma limitandosi a registrare presso quali notai e fiduciari sono stati depositati; il Comune potrebbe ritirare i testamenti biologici solo dopo formale autorizzazione da parte del Garante della Privacy, in quanto i testamenti conterrebbero indicazioni ‘sensibili’ quali le convinzioni religiose”. Dunque, e’ l’analisi di Cecconi, ”dobbiamo constatare che le obiezioni giuridiche avanzate dalla Segreteria Generale tentano di smontare la nostra proposta di delibera popolare”, ma ”dopo un esame approfondito, possiamo affermare con sicurezza che sono infondate, perche’ gia’ altri Comuni hanno istituito presso l’Anagrafe il registro dei testamenti biologici e in nessun modulo per i testamenti biologici e’ chiesto al cittadino quali siano le sue convinzioni religiose o filosofiche”. Dunque, ha concluso Cecconi, ”il parere giuridico espresso testimonia una concezione privatistica dei diritti, che diventano cosi’ esercitabili solo se si registra un documento privato davanti a un notaio: e’ la stessa concezione privatistica dei diritti promossa dal cattolicesimo conservatore che, come di fronte alle richieste di riconoscimento delle unioni civili con un apposito registro, sempre risponde che ‘e’ sufficiente sottoscrivere una registrazione privata”’. L’associazione Luca Coscioni, che si batte per il registro comunale del testamento biologico, protesta per il parere negativo fornito oggi dalla Segreteria generale di Palazzo D’Accursio. Un parere legale "che viene espresso fuori dalla realta’ del tempo attuale". il Pdl di Bologna chiede alla maggioranza di centrosinistra di ritirare la proposta di un registro dei biotestamenti. "Secondo me il Pd -dice il vicepresidente del Consiglio comunale Paolo Foschini – dovrebbe prendere atto di questo e rendersi conto che proseguire sulla strada dell’ordine del giorno e’ una forzatura. Quando la politica si impone sulla tecnica quello che viene fuori e’ una strumentalizzazione". Del resto lavorare per un registro che potrebbe solo rinviare ai vari notai presso cui sono depositate le volonta’ "sarebbe solo una spesa inutile". Cosi’ come "inutile" giudica Foschini la raccolta delle 2.000 firme per la delibera popolare da parte della Rete Laica. "Le obiezioni di merito della Segreteria generale dicono che il Comune non ha alcuna competenza – prosegue il berlusconiano – mi sembra che di questo tema si debba parlare nelle sedi opportune, cioe’ il Parlamento". Un netto ‘no’ anche dai consiglieri Guazzalochiani (in quota Udc) Maria Cristina Marri e Tommaso Bonetti, che dunque prendono le distanze dal capogruppo Felice Caracciolo. Il Pd va avanti sul testamento biologico. "Il parere della Segreteria generale non inficia in alcun modo la validita’ della nostra proposta", fa infatti sapere il capogruppo democratico a Palazzo D’Accursio, Sergio Lo Giudice. Anzi, le obiezioni della Segreteria generale che oggi hanno scatenato l’ira della galassia di associazioni promotrici della proposta di delibera popolare erano state in qualche modo gia’ messe in conto dai democratici. "Le due opzioni da noi previste, il deposito del testamento presso notaio o la consegna in busta chiusa al Comune- spiega Lo Giudice- risolvono positivamente il tema dei limiti di un’amministrazione comunale a farsi esecutore testamentario". Sia che alla fine nella pratica si opti per la soluzione adottata a Firenze per aggirare questo limite (le dichiarazioni sono conservate presso un notaio e l’amministrazione si limita a conservare gli estremi del documento) oppure per il modello scelto a Pisa (il Comune conserva il testamento, ma in busta chiusa), una forma di registrazione delle volonta’ dovrebbe comunque non incontrare ostacoli legali. Cosi’ come era previsto che si dovesse chiedere il via libera al Garante. "E’ anzi opportuno- spiega ancora Lo Giudice- che quando si istituisce un registro si chieda un parere al Garante della Privacy. Non dimentichiamo che anche quello alla privacy e’ un diritto". Si arrabbia invece Rifondazione comunista, schierata con la proposta di delibera popolare della Rete Laica.