Biotestamento soft, ok dell’aula il Comune garante dei cittadini

Repubblica ed. Milano
Matteo Pucciarelli

VENTISETTE voti a favore, quattro contrari e un astenuto: anche Milano ha il registro per il testamento biologico, seppur in versione “soft”. Il Consiglio comunale — presente anche il sindaco Giuliano Pisapia— ha approvato senza particolari sorprese la delibera di iniziativa popolare che istituisce il registro delle attestazioni delle dichiarazioni anticipate di fine vita. A favore, oltre al centrosinistra classico, tutta l’ala cattolica del Pd, il leghista Igor Iezzi, il grillino Mattia Calise ma fattivamente anche il Pdl che, assieme al centrista Manfredi Palmeri, èuscito dall’aula al momento del voto. Unica astenuta, nella maggioranza, Elisabetta Strada della Lista Pisapia. «Siamo orgogliosi che la città abbia compiuto un altro passo avanti nei diritti civili» dice l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. A voler guardare il bicchiere mezzo vuoto, invece, l’alta adesione al documento ne certifica il basso impatto pratico. Il Comune, infatti, potrà ricevere e conservare un semplice documento; il quale attesterà presso chi un cittadino residente a Milano ha lasciato le proprie disposizioni sui trattamenti medici che intende o meno consentire su di sé se si ritroverà in una situazione di perdita di coscienza permanente e irreversibile.

Politicamente il valore simbolico rimane: «Ci facciamo custodi di una volontà del singolo, non è esattamente il provvedimento che volevamo ma è comunque un importante passo avanti» sottolinea la pd Marilisa D’Amico. Il radicale Marco Cappato va oltre: «Paradossalmente con questa soluzione la libertà del singolo aumenta. Uno può anche scrivere che desidera l’eutanasia in Svizzera, nessuno potrà metterci il becco». Funzionerà così. Da settembre gli uffici comunali — probabilmente gli sportelli dei servizi sociali oppure l’anagrafe, la decisione non è stata ancora presa — potranno ricevere le comunicazioni dei cittadini sul dove si trovino le proprie volontà sul fine vita: da un notaio, a casa propria, presso un congiunto. Per biotestamento si intenderanno le volontà circa i prelievi e i trapianti di organi e di tessuti e la cremazione e dispersione delle ceneri. C’è anche l’intenzione di stipulare una convenzione con i notai affinché con 40-50 euro si possa certificare il proprio testamento biologico.

L’iscrizione al registro avviene nella forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio; può essere richiesta da tutti i residenti e il venire meno della residenza non comporta la cancellazione. I cittadini possono comunque, in ogni momento, chiedere la modifica o la totale rimozione della dichiarazione. Infine i dichiaranti possono nominare dei fiduciari che hanno il compito di collaborare all’attuazione delle dichiarazioni. L’accesso al registro è riservato allo stesso dichiarante e, eventualmente, al medico o responsabile della struttura sanitaria che lo sta curando. L’operazione per il Comune è a costo zero. Anche se I’ex vicesindaco Riccardo De Corato fa un calcolo tutto suo: «Abbiamo impiegato una ventina di commissioni per arrivarci. Quindi 80mila euro per un’iniziativa inutile».