Biotestamento, l’approccio laico del premier: “libertà di coscienza”

F. Sch.

dichiarazioneNelle file del Popolo della Libertà sarà garantita libertà di coscienza sul testamento biologico. Ad assicurarlo, ieri, dalla visita a Danzica in ricordo del Settantesimo anniversario della Seconda guerra mondiale, il premier Silvio Berlusconi: «Avremo delle riunioni proprio in questi giorni con il presidente e il vicepresidente del nostro gruppo alla Camera, per stabilire il nostro comportamento, che sarà come sempre quello della libertà di coscienza su un tema così importante».

Così, a poche settimane dall’approdo a Montecitorio del dibattuto testo di legge, anche Berlusconi affronta l’argomento. Un ddl già aspramente criticato dal presidente della Camera Gianfranco Fini («Farò il possibile per modificarlo») e tenacemente difeso dai capigruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello («Non possiamo accettare che ci vengano impartite lezioni di laicità»), al centro negli ultimi giorni di dibattiti e dichiarazioni. «Richiamare il principio della libertà di coscienza vuol dire, da un lato, riconoscere che un grande partito liberale e moderato come il Pdl non può che essere attraversato da una pluralità di posizioni e sensibilità diverse sui temi della bioetica», si affretta a dichiarare, soddisfatto, il deputato azzurro Benedetto Della Vedova. «Dall’altro, significa guardare con pragmatismo al dibattito politico-parlamentare che alla Camera dei deputati si svilupperà sul ddl sul testamento biologico». Della Vedova ha posto il problema qualche giorno fa: 50-60 colleghi del Popolo della Libertà, secondo lui, non sono pronti a votare il testo uscito dal Senato.

«Insistere sul testo Calabrò e sui suoi punti qualificanti (no all’idratazione e all’alimentazione artificiale e non vincolabilità (di fatto) delle dichiarazioni anticipate) rischierebbe di portare allo scontro, non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno della stessa maggioranza», torna a sostenere. E ribadisce la sua proposta «di "disarmo bilaterale" attraverso una legge che, almeno fino a quando non maturi nel paese e nel Parlamento una posizione ampiamente condivisa, fissi i "paletti" su cui c’è già l’accordo della gran parte dei parlamentari (no all’eutanasia attiva e all’accanimento terapeutico) e rinvii per il resto alla deontologia medica e alle famiglie». In ambienti Pdl sono già certi che il testo, pronto per approdare questo mese alla Camera, verrà emendato, e quindi sarà destinato a un nuovo passaggio al Senato. Anche se in molti insistono che non ci dovranno essere cambiamenti stravolgenti, come fa la Lega con il capogruppo Roberto Cota. Si lavorerà, assicurano, per fare maggiore chiarezza sui punti più controversi, quelli che riguardano l’alimentazione e l’idratazione forzata.