Biotestamento, il Cavaliere vuol comprare l’assoluzione

Natalia Lombardo

berlusconi - papaAdesso Silvio Berlusconi dovrà confrontarsi, da una parte, con l’invito del presidente Napolitano a costruire quel clima «corretto e costruttivo» fra governo e opposizione (e a L’Aquila il premier è già partito male); dall’altra parte, il gaudente cavaliere delle notti bianche a Palazzo Grazioli, ha il problema di farsi benedire dalla Chiesa, far rimangiare alla Cei quelle parole sul «libertinaggio» privato che è affar pubblico.
E recuperare il voto cattolico perso alle Europee, dopo che la moglie Veronica ha sollevato il vetro oscurato sui festini e sulla frequentazione di minorenni. Difficile recuperare la benedizione Oltretevere,

come dimostra il diniego (ufficiale) del Vaticano alla richiesta di un’udienza per il premier: richiesta non ufficializzata, ma pervenuta tramite Gianni Letta.
Un primo segnale per cercare di tornare nelle grazie della Chiesa c’è stato: affrettarsi a incardinare alla Camera la discussione sul testamento biologico, blindarne il testo uscito dal Senato, con l’azzeramento della volontà individuale sul proprio destino. Mercoledì 8 luglio (primo giorno del G8) in commissione Affari Sociali della Camera è stato accelerato, anticipandolo forzatamente alle nove di sera, l’avvio dell’esame sul bio-testamento. Un colpo di mano del presidente della Commissione, Giuseppe Palumbo, Pdl, che ha costretto il relatore, Domenico Di Virgilio, a introdurre la discussione generale. «Non c’era alcun bisogno di incardinare il testamento biologico alle 20 e 40, quandosi sarebbe potuto fare il giorno dopo. È stata un’anomalia, una scelta strumentale fuori dal buon senso», spiega Livia Turco, deputata Pd che quel giorno aveva dato battaglia, con Paola Binetti, per la legge sulle cure palliative per i malati terminali.
Il vero «scandalo», per l’ex ministra della Salute, «è che il governo ha rotto il patto sulle cure: al Senato era stato preso l’impegno per una buona legge, invece è un guscio vuoto, è una legge che non c’è, senza un euro». Pd e radicali mercoledì avevano fatto ostruzionismo per tornare al testo approvato all’unanimità, ma è stato bocciato dalla commissione Bilancio e non andrà in aula a luglio.

La volontà di rabbonire il Vaticano sul bio-testamento potrebbe esserci, per Livia Turco: «Spero però che la Chiesa non faccia sconti al governo». Dalla maggioranza il segnale Oltretevere è stato lanciato. Sul testamento biologico il Pdl è diviso, fra i laici forzisti e i finiani che si stanno compattando. Il radicale del Pdl Benedetto Della Vedova non crede alle riparazioni per i peccati di Papi-Silvio: «Mi stupirei se le gerarchie ecclesiastiche ragionassero in termini di scambio». Con una minoranza nel Pdl auspica «un disarmo bilaterale per discutere a fondo, se non rivedere, un testo che, così com’è uscito dal Senato, verrebbe smontato dalla Corte Costituzionale».
Un terreno scivoloso sul quale il premier vuole negare le divisioni o peggio, pagare al Vaticano il pegno del consenso con una legge che ricalca il mancato decreto promesso sul caso Englaro. L’assoluzione non è facile da ottenere, per il cavaliere. Difficile negare l’evidenza di certe sue assenze (non ci prova neppure Bonaiuti, che ieri smentisce la stampa solo sulle «intenzioni» del premier sul governo o sulle monastiche vacanze).
Non sui fatti: l’aver disertato l’Assemblea generale dell’Onu a New York, dove avrebbe dovuto parlare il 26 settembre, per andarsi a rinfrancare il corpo nella beauty farm di Mességué (fatta riaprire solo per lui), protetta da uomini della Digos e body guard, nel verde dell’umbra Melezzole accompagnato da qualche ragazza, come raccontano alcune. E poi la notte dell’elezione di Obama, fra il 4 e il 5 novembre, quando la Fondazione Italia-Usa e mezzo Pdl aspettava Berlusconi allo Spazio Etoile di Roma (o l’ambasciata Usa all’Excelsior).A Silvio, che ai giornalisti disse “vado a nanna”, lo aspettava “nel letto grande” Patrizia D’Addario. La escort che, la volta prima, racconta di essere andata via da Palazzo Grazioli per non partecipare a rapporti di gruppo.